Agrigento

Licata, porticciolo turistico e brogli: sette richieste di condanna

Sette condanne sono state chieste dal pubblico ministero Alessandra Russo per altrettanti imputati finiti nell’inchiesta del porticciolo turistico di Licata che di indagati ne conta 22. Per Luigi Francesco Geraci, 75 anni, imprenditore di Sommatino, titolare della società “Iniziative immobiliari” che ha realizzato il progetto la pena richiesta è di un anno e otto mesi; […]

Pubblicato 5 anni fa

Sette
condanne sono state chieste dal pubblico ministero Alessandra Russo per
altrettanti imputati finiti nell’inchiesta del porticciolo turistico di Licata
che di indagati ne conta 22.

Per Luigi
Francesco Geraci, 75 anni, imprenditore di Sommatino, titolare della società
“Iniziative immobiliari” che ha realizzato il progetto la pena richiesta è di
un anno e otto mesi; 2 anni e 8 mesi di reclusione sono stati
chiesti per Vincenzo Ortega dirigente del Comune di Licata del
dipartimento Urbanistica, dieci mesi per Andrea Occhipinti, 50 anni, a capo del
dipartimento finanziario; Giuseppa Maria Pia Amato, 60 anni, responsabile del Suap
(Sportello attività produttive); due mesi e venti giorni di arresto per Salvatore
Geraci, 40 anni, figlio del costruttore; Paola Vizzini, 69 anni e due mesi per
Bartolo
Consagra, 43 anni, questi ultimi accusati 
di  di occupazione abusiva di
suolo demaniale.

Ventidue,
come detto le persone sottoposte ad indagine e tutto ruota attorno al mancato
rinnovo alla società Iniziative immobiliari spa, della concessione demaniale
marittima ad opera della Regione, circostanza questa che avrebbe dovuto
bloccare ogni attività edilizia successiva al diniego ed al ripristino dei
luoghi; Francesco Luigi Geraci, 74 anni di Sommatino e residente a
Caltanissetta, rappresentante legale della Iniziative immobiliari spa che ha
realizzato il Porto turistico “Cala del sole”; Andrea Occhipinti, 49 anni di
Licata, dirigente del dipartimento finanziario del Comune; Giuseppa Maria Pia
Amato, 60 anni di Licata, responsabile del Suap; Vincenzo Ortega, 58 anni, capo
dell’Ufficio tecnico; Paola Vizzini,  69
anni di Villalba e residente a Caltanissetta; Salvatore Geraci, 40 anni di
Palermo e residente a Taormina, direttore dei lavori Porto turistico “Cala del
sole”; Bartolo Consagra, 43 anni di Licata; Giuseppe Licata, 39 anni di Licata;
Gaetano Licata, 44 anni di Licata; Giuseppe Amato, 77 anni di Licata; Rosa
Maria Comparato, 74 anni di Licata; Antonino Pira,  45 anni di Licata; Alessandro Ignazio
Giacchino,  63 anni di Milano e residente
a Pavia; Eugenio Guagenti, 48 anni di Palermo e residente a Licata; Vincenza
Amato, 44 anni di Montevarchi e residente a Licata; Michele Gattuso 49 anni di
Ravanusa; Angela Picone, 69 anni di Ravanusa; Vito Giovanni Rago, 47 anni di
Canicattì e residente a Ravanusa; Santino Pillitteri, 62 anni di Mussomeli e
residente ad Agrigento; Amedeo Angelo Strata 72 anni di Milano; Patrizia Fazio
Tirrozzo, 66 anni, di Canicattì; Giacinto Marzullo, 32 anni di Licata, tutti
per aver mantenuto l’occupazione demaniale marittima quale area di sedime dei
rispettivi propri immobili ovvero cabine, posto barca, negozi e persino quattro
cabine tecniche Enel (Pillitteri).

Al
centro della vicenda la realizzazione del complesso denominato “Porto turistico
Marina Cala del sole” con centinaia di posti barca e altri servizi annessi fra
i quali spiaggia privata, camere, parcheggi e area ristorazione.

Inchiesta
che ha già avuto una prima fase con il sequestro avvenuto nel 2014 e che è
stata alimentata da intercettazioni telefoniche soprattutto specie quelle tra
l’ing. Ortega e Geraci. Ed emerge un quadro importante: secondo la Procura era
l’ing. Ortega a guidare Geraci nell’evadere gli oneri dovuti.  E lo spunto investigativo ulteriore è nato da
un’intuizione dei finanzieri comandati dal col. Sava.

Il
progetto è stato realizzato dalla società “Iniziative immobiliari S.p.a”, di
cui Geraci è legale rappresentante e, nel 2006, ha ricevuto una concessione di
superficie demaniale marittima su cui, in seguito, nel tempo, ha costruito
diverse strutture relative al progetto immobiliare. A Ortega si contesta di
avere avuto un atteggiamento di favoritismo nei confronti della società, che in
un primo momento realizzò pure un centro commerciale, in seguito venduto a un
gruppo calabrese, facendogli risparmiare oltre 7 milioni di oneri concessori che
sarebbero stati dovuti per la realizzazione di cabine, locali commerciali e
servizi.

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