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Mafia, sequestro beni per 400 mila euro, difesa di Tarallo: “Provenienza lecita”

Prosegue il processo, davanti la prima sezione misure di prevenzione del Tribunale di Agrigento, nell’ambito della richiesta avanzata dai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo di sequestro beni nei confronti di Giovanni Tarallo, di Santa Elisabetta, condannato nell’inchiesta antimafia “Nuova Cupola”. La procura distrettuale ha già chiesto il sequestro di beni per 400 mila […]

Pubblicato 6 anni fa

Prosegue il processo, davanti la prima sezione misure di prevenzione del Tribunale di Agrigento, nell’ambito della richiesta avanzata dai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo di sequestro beni nei confronti di Giovanni Tarallo, di Santa Elisabetta, condannato nell’inchiesta antimafia “Nuova Cupola”.

La procura distrettuale ha già chiesto il sequestro di beni per 400 mila euro nei confronti del sabettese, arrestato nell’estate 2012 nella maxi operazione “Nuova Cupola”. Attualmente Tarallo si trova in regime di 41 bis, cioè il carcere duro. Il ruolo di assoluto rilievo e lo spessore criminale del Tarallo si rileva anche dai rapporti intrattenuti con personaggi di spicco della consorteria mafiosa quali i Ribisi di Palma di Montechiaro e Leo Sutera già reggente dell’organizzazione in ambito provinciale.

La ricostruzione economico-patrimoniale, operata dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Agrigento avrebbe comprovato, mediante complesse e articolate indagini patrimoniali estese anche al suo nucleo familiare, la rilevante sproporzione tra i redditi dichiarati, l’attività svolta e gli arricchimenti patrimoniali dello stesso, è stata condivisa dal Tribunale di Agrigento, che ha disposto il sequestro, in corso di esecuzione, di beni complessivamente stimanti in oltre 400.000 euro.   

La Procura chiede di mettere i sigilli a 3 immobili, al 62,5% di quote societarie e 13 rapporti bancari. Tarallo è rappresentato dall’avvocato Giuseppe Barba.

Di diverso parere la difesa di Tarallo. La stessa infatti ha prodotto ampia documentazione riguardante guadagni e operazioni finanziarie che proverebbero, a dire della difesa, la provenienza del tutto legittima dei beni.

Nell’ultima udienza i giudici hanno acquisito tale documentazione e hanno aggiornato l’udienza. Si tonerà in aula il prossimo 10 marzo.

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