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Raffadali, consigliere comunale denuncia estorsione ma finisce sotto inchiesta

Denuncia nel 2010 una estorsione di quasi ventimila euro ma viene indagato di reato connesso perché testimoniando in aula contro i propri “aguzzini” (rendendo dichiarazioni in parte auto-accusatorie)  ha ammesso di aver falsificato due buste paga nel disperato tentativo di recuperare la somma perduta. Ed è così che un (attuale) consigliere comunale di Raffadali, che […]

Pubblicato 4 anni fa

Denuncia nel 2010 una estorsione di quasi ventimila euro ma viene indagato di reato connesso perché testimoniando in aula contro i propri “aguzzini” (rendendo dichiarazioni in parte auto-accusatorie)  ha ammesso di aver falsificato due buste paga nel disperato tentativo di recuperare la somma perduta. Ed è così che un (attuale) consigliere comunale di Raffadali, che ha deciso di rompere il muro del silenzio al culmine di un periodo definito da lui stesso un vero e proprio calvario, è finito sotto inchiesta anche se gli eventuali reati ipotizzati sono probabilmente già prescritti.

Una storia delicata e dolorosa che è approdata in aula davanti i giudici della prima sezione penale del Tribunale di Agrigento e che vede sul banco degli imputati sei persone: Antonino Mangione, 38 anni di Raffadali e Roberto Lampasona, 42 anni di Santa Elisabetta, accusati di estorsione. Altri  quattro – Domenico Mangione, 62 anni, di Raffadali; Concetto Giuseppe Errigo, 55 anni, di Comiso, Girolamo Campione, 41 anni, di Burgio, e Maurizio Marretta, 41 anni, di Santo Stefano – accusate invece di ricettazione. 

Questa mattina in aula il consigliere comunale (all’epoca dei fatti non rivestiva tale carica), nella duplice veste di persona offesa e indagato di reato connesso, ha confermato quanto già dichiarato in precedenza: “Ho cercato di recuperare un prestito di mille euro che avevo erogato e sono finito per perderne quasi ventimila firmando assegni di diverso importo e senza destinatario. Non dormivo più la notte anche perché la banca continuava a chiamarmi per la mancanza di coperture degli assegni. Alla fine ho denunciato tutto.” 

La vicenda risale al 2010 e nasce da un’inchiesta originariamente condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo che indagava su Mangione e Lampasona, personaggi coinvolti in diverse inchieste anche di mafia. Due gli episodi di estorsione contestati: il primo ai danni del consigliere comunale e l’altro ai danni di un commerciante di San Biagio Platani. Proprio quest’ultimo sarà sentito al rientro in aula il prossimo 23 marzo. L’accusa è sostenuta in aula dal pm Gloria Andreoli. 

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