Canicattì

Canicattì, omicidio Lauricella: disposta perizia su bastone in legno 

Nel procedimento è in corso una “battaglia” di perizie tra le parti che sono giunte a due conclusioni diametralmente opposte sulla dinamica dei fatti e sulle cause della morte della vittima

Pubblicato 1 anno fa

Nuova udienza del processo a carico di Luigi La Lomia, 75enne pensionato di Canicattì, accusato dell’omicidio del consuocero – Mario Vincenzo Lauricella, 60enne meccanico – e del tentato omicidio della futura nuora, Clara Lauricella. Ieri mattina, davanti i giudici della Corte di Assise di Agrigento, il sostituto procuratore Paola Vetro ha chiesto e ottenuto che venga eseguita una nuova perizia sul bastone in legno ritrovato sulla scena del delitto per fare luce su chi effettivamente lo abbia utilizzato.

Nel procedimento è in corso una “battaglia” di perizie tra le parti che sono giunte a due conclusioni diametralmente opposte sulla dinamica dei fatti e sulle cause della morte della vittima. Per questo motivo la Corte ha nominato un consulente – Grazia La Cava – che consegnerà una relazione entro sessanta giorni per provare a fare chiarezza su quanto avvenuto.

Alla base della drammatica vicenda, secondo quanto ipotizzato dall’accusa, un matrimonio programmato e mai digerito tra il figlio di La Lomia e la figlia della vittima. Il 30 maggio 2021, a margine dell’ennesima violenta discussione, la situazione degenerò: La Lomia prima prese a bastonate il consuocero e, dopo essere salito a bordo del suo Fiat Doblò, lo investì schiacciandolo contro il muro del magazzino. Mario Vincenzo Lauricella in quell’occasione, prima di essere travolto dal mezzo pesante, riuscì a salvare la figlia spingendola fuori dalla traiettoria del veicolo. Il meccanico morì all’ospedale di Messina dopo un mese di agonia. 

La vicenda, come ricostruito nel provvedimento, parte da lontano e precisamente dal giorno in cui si è programmato il matrimonio tra il figlio dell’indagato e la figlia della vittima. Da quel momento è cominciato un vero incubo per la famiglia con minacce e insulti sempre più frequenti e che hanno trovato l’incredibile epilogo lo scorso 30 maggio. La Lomia fu arrestato qualche giorno più tardi dai poliziotti del commissariato di Canicattì agli ordini del dirigente Francesco Sammartino.

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