Giudiziaria

“Anziano legato e ucciso a Palma di Montechiaro”, condanna definitiva per la badante 

Definitiva la condanna a 23 anni di carcere per la badante che uccise il pensionato Michelangelo Marchese, 89enne di Palma di Montechiaro

Pubblicato 11 mesi fa

Ventitré anni di carcere per aver strangolato e ucciso un anziano pensionato di Palma di Montechiaro che avrebbe dovuto, invece, accudire. Diventa definitiva la condanna nei confronti di Dana Mihaela Nicoletta Chita, la 31enne badante originaria della Romania, finita a processo per l’omicidio di Michelangelo Marchese. Lo ha disposto la prima sezione della Corte di Cassazione che ieri sera ha rigettato il ricorso avanzato dalla difesa dell’imputata. I giudici ermellini hanno confermato, dunque, il verdetto della Corte di Assise di Appello di Palermo che nel settembre scorso aveva inflitto 23 anni di reclusione alla badante.

Michelangelo Marchese, 89 anni, venne legato, picchiato e strangolato nella sua abitazione a Palma di Montechiaro. Il brutale omicidio, che ha sconvolto l’intera comunità palmese, si è consumato in un appartamento in via Pietro Attardo. Era l’11 luglio 2020. Il cadavere di Marchese fu ritrovato dai carabinieri con mani e piedi legati. Dell’uomo non si avevano notizie da alcuni giorni così sono intervenuti i Vigili del Fuoco appositamente giunti da Licata. Quando hanno aperto la porta d’ingresso Marchese giaceva, legato, senza vita. Già una prima ispezione del medico legale nell’immediatezza dei fatti aveva escluso la morte naturale. L’autopsia, poco dopo, aveva confermato l’omicidio.

Le indagini, condotte sul campo dai carabinieri della Compagnia di Licata, e dai militari della stazione di Palma di Montechiaro, si sono fin da subito concentrate sulla badante dell’anziano che era stata pure sentita subito dopo il delitto. La svolta nelle indagini si ha con il ritrovamento dell’auto della vittima in possesso di un pregiudicato di Canicattì che ha confermato la circostanza che la donna, dopo l’omicidio, lo avesse contattato per far sparire la macchina. La donna, secondo la ricostruzione, dopo aver compiuto la rapina e ucciso l’uomo avrebbe lasciato la casa a soqquadro fuggendo con l’auto della vittima. I familiari di Marchese si sono costituiti parte civile rappresentati dagli avvocati Vito Cangemi e Fabio Giuseppe Cacciatore. La badante è difesa dall’avvocato Giuseppe Calabrò.

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