Favara

Faida Favara-Liegi, in aula la ricostruzione delle indagini tra droga ed estorsioni

Si torna in aula il 29 marzo per sentire altri tre testimoni

Pubblicato 2 anni fa

E’ ripreso il processo, davanti la Corte d’Assise di Agrigento (presieduta da Alfonso Malato con a latere il giudice Agata Genna) a carico di Carmelo Vardaro, 45enne di Favara, unico imputato che ha scelto la via del rito ordinario tra quelli coinvolti nella maxi inchiesta “Mosaico”.

L’operazione è stata eseguita dalla Squadra Mobile guidata da Giovanni Minardi facendo luce sulla tristemente nota faida sull’asse Favara-Liegi. Vardaro è accusato di omicidio e tentato omicidio. In particolare deve rispondere dell’assassinio  di Mario Jakelich ed il ferimento di Maurizio Distefano avvenuto il 14 settembre del 2016 in Belgio (reato contestato anche ad Antonio Bellavia, 48 anni e Calogero Bellavia, 30 anni) ma anche di due tentati omicidi e  due estorsioni con metodo mafioso e di una serie di reati minori. 

Tra i testimoni dell’accusa, chiamato a deporre dal pm della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo Claudio Camilleri, è comparso l’ispettore capo Vincenzo Martorelli, memoria storica della Questura di Agrigento. Quest’ultimo ha risposto alle domande delle parti riferendo in particolare su alcune estorsioni avvenute – addebitate al Vardaro – e su attività di recupero crediti che lo stesso avrebbe posto in essere per conto dei Bellavia e, in particolare, per l’attività commerciale che quest’ultimo aveva. 

L’ispettore ha poi parlato dell’attività di indagine riguardante le armi, una delle quali ad esempio rubata al corpo di Polizia Provinciale, e sul traffico di sostanze stupefacenti.

La droga, da quanto emerso in aula, veniva acquistata tanto a Favara quanto in Belgio soprattutto da esponenti del clan Sicilia e poi smerciata ai vari pusher.

Tra questi ci sarebbe stato anche Vincenzo Lattuca, fratello di Gessica, la ragazza scomparsa misteriosamente dal popoloso centro dell’agrigentino. Al termine dell’esame dell’ispettore Martorelli la Corte ha disposto il rinvio del processo al prossimo 29 marzo per l’audizione di altri tre testimoni dell’accusa. 

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