Giudiziaria

La cellula agrigentina del clan Rinzivillo, atteso verdetto della Cassazione

Tra gli imputati ci sono anche diversi agrigentini accusati di aver creato un gruppo dedito allo spaccio di droga per conto del clan Rinzivillo

Pubblicato 1 anno fa

Il processo scaturito dall’operazione Cleandro, l’indagine che ha fatto luce su un vasto traffico di sostanze stupefacenti giostrato dal clan gelese dei Rinzivillo, approda in Cassazione. Nelle prossime settimane i giudici ermellini si pronunceranno sui ricorsi avanzati dalle difese dei sei imputati che seguono il rito abbreviato. Tra loro diversi sono agrigentini. 

La Corte di Appello due anni fa aveva disposto le seguenti condanne: venti anni di reclusione al boss Salvatore Rinzivillo; diciotto anni a Ivano Martorana, considerato il luogotenente del boss; undici anni di reclusione a Paolo Rosa. Poi il gruppo di agrigentini, considerato una vera e propria cellula del clan in Germania, impegnato nel traffico di sostanze stupefacenti: nove anni di reclusione per Nicola e Salvatore Gueli (esclusa però la contestazione di associazione mafiosa) e quattro anni di reclusione a Mario Cassaro, originario di Ravanusa.

La scorsa settimana, nello stralcio ordinario del processo, la Corte di Appello di Caltanissetta ha disposto altre cinque condanne. Tre degli imputati sono licatesi: Giuseppe Cassaro (13 anni e 10 mesi); Gabriele Spiteri (13 anni e 4 mesi); Vincenzo Spiteri (13 anni e 10 mesi). 

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