L’omicidio del cardiologo Alaimo, psichiatra in aula: “Vetro incapace di intendere e volere”
Per la psichiatra nominata dal tribunale il bidello che ha ucciso il cardiologo è’ incapace di intendere e volere
Adriano Vetro, il bidello che lo scorso 27 novembre ha ucciso con un colpo di pistola il cardiologo Gaetano Alaimo all’interno di un ambulatorio a Favara, é incapace di intendere e volere. Lo ha dichiarato questa mattina in aula la psichiatra Cristina Camilleri, nominata dalla Corte di Assise di Agrigento presieduta dal giudice Giuseppe Miceli per fare luce sullo stato di salute mentale dell’imputato. Una tesi sostenuta fin dalle prime battute anche dalla difesa di Vetro, rappresentata dagli avvocati Santo Lucia e Sergio Baldacchino, che oggi è stata invece duramente contestata dagli avvocati di parte civile Giuseppe Barba (che assiste i familiari) e Vincenzo Caponnetto (che rappresenta l’Ordine dei medici).
All’udienza preliminare il gup Mazzullo, disponendo il rinvio a giudizio nei confronti del 47enne, aveva anche rigettato la richiesta di effettuare una perizia psichiatrica. Vetro è accusato di omicidio aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi e per questo motivo non ha potuto neanche beneficiare del rito abbreviato. Il delitto del cardiologo è avvenuto all’interno della clinica nel centro di Favara. Il bidello si è presentato senza appuntamento in ambulatorio, non ancora aperto al pubblico, e ha esploso un solo colpo, letale, di pistola calibro 7.65. Alla base del fatto di sangue, che ha sconvolto l’intera comunità di Favara, il mancato rilascio di un certificato medico indispensabile per ottenere il rinnovo della patente di guida.
A fornire questa versione è stato lo stesso Vetro che ha confessato il delitto dopo essere stato fermato in una casa di campagna, con ancora l’arma in mano e il colpo in canna. Non tutto quello che ha raccontato viene ritenuto credibile dall’accusa. A partire dall’arma utilizzata. Una pistola risultata rubata in provincia di Catania quasi quarant’anni fa. Il bidello, come troppo spesso accade in queste occasioni, dice di averla trovata per caso in mezzo ad una campagna.
Si torna in aula il prossimo 26 ottobre per sentire altri tre testimoni.