Giudiziaria

Omicidio Manzella, resta in carcere presunto killer

Il gip del Tribunale di Palermo Filippo Serio ha convalidato il fermo ed emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Pietro Seggio, gestore della pizzeria Antico Borgo, accusato di aver ucciso lo scorso 17 marzo Francesco Manzella. Il provvedimento arriva dopo l’interrogatorio di convalida del fermo richiesto dai sostituti Giulia Beux e […]

Pubblicato 5 anni fa

Il gip del Tribunale di Palermo Filippo Serio ha convalidato il fermo ed emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Pietro Seggio, gestore della pizzeria Antico Borgo, accusato di aver ucciso lo scorso 17 marzo Francesco Manzella. Il provvedimento arriva dopo l’interrogatorio di convalida del fermo richiesto dai sostituti Giulia Beux e Giovanni Antoci sulla base delle intercettazioni registrate nella sala d’attesa della Squadra mobile e dalle dichiarazioni rese dai soggetti sentiti dagli agenti.

L’avvocato Giovanni Castronovo, difensore di Pietro Seggio,  aveva eccepito la inutilizzabilita’ delle intercettazioni per assenza del decreto autorizzativo, la inutilizzabilita’ delle sommarie informazioni di tutti i familiari dell’indagato perche’ non sono stati avvisati che, in qualita’ di parenti, potevano avvalersi della facolta’ di non rispondere; cosi’ come le dichiarazioni rese dall’indagato assunte in assenza della presenza del difensore. 

“La prima impressione che ho ricavato dalla lettura delle indagini – dichiara l’avvocato Castronovo –  è che gli elementi investigativi acquisiti possono al più essere ritenuti mere ipotesi investigative,e non hanno una valenza probatoria tale da poter essere qualificati come gravi indizi di colpevolezza. Peraltro ciò che è davvero inconsistente è il movente dell’omicidio. Ed infatti,tenuto conto che la famiglia Seggio è benestante,ed è composta da persone perbene,dedite al lavoro e sconosciute agli organi di polizia,ed avuto riguardo alla pregressa conoscenza tra la vittima è l’indagato(con il quale vi erano rapporti di amicizia familiare risalente nel tempo),pensare che,qualora vi fosse realmente,ritenere che un debito di 700€ possa giustificare e legittimare un omicidio,mi pare un fatto davvero privo di logica. Dopo aver letto con attenzione gli atti investigativi  – conclude l’avvocato – ed aver svolto delle indagini difensive avanzerò istanza di riesame,certo di poter chiarire la vicenda”.

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