Mafia

“Gestiva l’azienda confiscata”, cinque anni al “re dei detersivi”

Nei confronti dell'imprenditore dei detersivi e' aperta anche un'altra vicenda giudiziaria, per concorso in associazione mafiosa

Pubblicato 4 anni fa

La prima sezione della Corte d’Appello di Palermo ha confermato la colpevolezza dell’imprenditore del settore dei detersivi Giuseppe Ferdico e, pur assolvendolo da una delle due intestazioni fittizie che gli erano state attribuite, lo ha condannato a 5 anni. La pena e’ adesso la piu’ alta in tutto il processo: Ferdico aveva avuto infatti 6 anni e sei mesi in primo grado, il 2 marzo 2020, davanti alla quinta sezione del tribunale; piu’ di lui avevano avuto Pietro Felice e Antonino Scrima (il primo rispondeva anche di estorsione): la pena loro inflitta e’ scesa adesso da 7 anni a 4 anni e 6 mesi, grazie alla concessione delle attenuanti generiche, mentre per Francesco Montes i 5 anni e 8 mesi si sono ridotti oggi di un anno, a 4 anni e 8 mesi. E’ stata confermata invece la assoluzione dell’ex amministratore giudiziario Luigi Miserendino, difeso dall’avvocato Monica Genovese. I legali di Ferdico, gli avvocati Roberto Tricoli e Luigi Miceli Tagliavia, hanno preannunciato il ricorso in Cassazione, cosi’ come il difensore di Montes, l’avvocato Giovanni Di Benedetto.

Ferdico, gia’ titolare, fra l’altro, di un centro commerciale a Carini (Palermo), considerato una sorta di “re” nel settore dei detersivi, e’ stato scagionato dall’accusa di avere fittiziamente intestato i beni della societa’ Aria aperta e condannato invece per l’altra azienda coinvolta nella vicenda, la Fenice store. Il processo oggi concluso dal collegio presieduto da Adriana Piras, a latere Maria Elena Gamberini e Luisa Anna Cattina, nasceva dalla confisca delle aziende dell’imprenditore, che secondo la Procura antimafia e il tribunale, avrebbe continuato a gestire tutto in prima persona, come se nulla fosse, creando due societa’ di comodo affidate al figlio di Montes, giudicato a parte per bancarotta fraudolenta e gia’ condannato. Felice e Scrima avrebbero collaborato con Ferdico e il primo avrebbe anche riscosso il pizzo. Nei confronti dell’imprenditore dei detersivi e’ aperta anche un’altra vicenda giudiziaria, per concorso in associazione mafiosa: dopo l’assoluzione in primo grado, la condanna rimediata in appello a 9 anni e 4 mesi e’ stata annullata con rinvio dalla Cassazione, nel settembre scorso, e il nuovo processo si terra’ il mese prossimo.

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