Agrigento

Mafia, il gruppo Misto contro le parole del prefetto di Agrigento

Si schierano a fianco di Cocciufa la sindaca Brandara e il cartello sociale

Pubblicato 3 anni fa

“La povertà culturale, non disgiunta da quella economica, determina una situazione di arretratezza nella quale continuano a proliferare le regole dettate dalla criminalità organizzata. Anche gli Enti locali, in molti casi rappresentati da Amministratori non sempre all’altezza dei complessi compiti e con apparati amministrativi caratterizzati da carenze di professionalità oltre che di risorse finanziarie, stentano a rispondere adeguatamente alle istanze dei cittadini; tale situazione è aggravata dalla assenza di organismi intermedi espressione della c.d. “società civile” particolarmente restia a impegnarsi e a partecipare fattivamente a quello che dovrebbe essere il perseguimento del “bene comune”. Queste le dichiarazioni del Prefetto di Agrigento Maria Rita Cocciufa estrapolate dalla relazione semestrale della Dia.

Dichiarazioni che non sono state ben accettate dalla deputata del Gruppo Misto, Piera Aiello, dall’ex ministra della difesa Elisabetta Trenta, dal testimone di giustizia Ignazio Cutrò, dall’avvocato e consulente della Commissione antimafia, Rosario Scognamiglio, dall’avvocato Roberto Catani e dal segretario provinciale di Idv per Roma, Nicola Cecchini che in un comunicato dichiarano: “In particolare la prefetta, nel descrivere il territorio della provincia di Agrigento, si lascia andare a giudizi sprezzanti e lesivi della dignità delle amministrazioni locali, definite “non sempre all’altezza dei complessi compiti e con apparati amministrativi caratterizzati da carenze di professionalità”. Ma ancor più grave è il giudizio sulla cittadinanza, che non offrirebbe – a suo dire – “modelli positivi di reazione a gravi fenomeni”.

Si schiera dalla parte del prefetto Cocciufa il sindaco di Naro Maria Grazia Brandara.

“Il coraggioso e netto intervento del Prefetto di Agrigento che in chiare e secche battute denuncia quella mancanza di modelli positivi ” che ad Agrigento aiutano la mafia,e’ un allarme che va raccolto, condiviso e per il quale necessita che amministratori, burocrati e politici, avviino una profonda riflessione”, afferma il sindaco di Naro, Mariagrazia Brandara che, commenta le affermazioni dal Prefetto Maria Rita Cocciufa. Sono fermamente al fianco del Prefetto di Agrigento Maria Rita Cocciufa, che con le sue dichiarazioni – conclude – mostra profonda conoscenza del territorio e delle distorsioni che si annidano tra politica e amministrazioni complici di un’azione di ostacolo e prevaricazione nei confronti dei cittadini onesti”.

 Anche il “Cartello sociale” della provincia di Agrigento, composto dall’Ufficio di Pastorale sociale e lavoro dell’Arcidiocesi di Agrigento e dalle segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil, stanno dalla parte del Prefetto di Agrigento.

La puntuale relazione della Dia, relativa al secondo semestre del 2020 – conferma un quadro molto desolante sullo stato di salute di un territorio, come quello agrigentino, dove la capacità di penetrazione e l’assetto organizzativo della mafia e della criminalità organizzata incidono pesantemente sulla vita economica e sociale della provincia alimentando una prassi deviata dove si saldano povertà economica e culturale”, scrivono don Mario Scorce, Salvatore Pezzino, Alfonso Buscemi, Emanuele Piranio e Gero Acquisto. A commento della relazione non potremo trovare parole più adatte di quelle contenute nella nota del prefetto di Agrigento Maria Rita Cocciufa, alla quale va tutto il nostro più completo apprezzamento per il lavoro svolto a servizio del territorio e per la passione e la competenza con lo porta avanti. Le sue considerazioni sposiamo totalmente nel merito e nel metodo. Auspichiamo che su questo quadro tristemente fosco si possa avere una forte reazione dell’opinione pubblica per non lasciare sole le forze dell’ordine e la magistratura a contrastare le strategie della mafia e della criminalità organizzata. In questo senso auspichiamo altresì che la politica buona dia il suo contributo alla causa recuperando anche la dimensione pedagogica nel suo impegno quotidiano”

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *