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Mafia, nove arresti e sequestri per oltre 12 milioni (ft e vd)

Su delega della Procura distrettuale di Catania guidata dal procuratore capo Carmelo Zuccaro,  i Carabinieri del Ros e del comando provinciale di Catania questa mattina hanno dato esecuzione a un provvedimento cautelare personale a reale, emesso dal Gip distrettuale, Giuseppina Montuori su richiesta del procuratore aggiunto Francesco Puleio e  del sostituto Marco Bisogni. Il provvedimento […]

Pubblicato 4 anni fa

Su delega della Procura
distrettuale di Catania guidata dal procuratore capo Carmelo Zuccaro,  i Carabinieri del Ros e del comando
provinciale di Catania questa mattina hanno dato esecuzione a un provvedimento
cautelare personale a reale, emesso dal Gip distrettuale, Giuseppina Montuori
su richiesta del procuratore aggiunto Francesco Puleio e  del sostituto Marco Bisogni.

Il provvedimento riguarda 9 persone,
e in particolare:

custodia cautelare in carcere: Giuseppe  e Salvatore Cesarotti, 75  e 54 anni, di Catania;  Orazio Di Grazia,, 37 anni di Giarre; Francesco Antonino Geremia, 59 anni di Catania;  Giuseppe Mangion, detto Enzo,, 60 anni di Catania; Armando Pulvirenti, 64 anni di Catania; Cateno Russo, 38 anni di Acireale mentre ai domiciliari sono finiti l’imprenditore farmaceutico Mario Palermo, 75 anni di Linguaglossa e  Vincenzo Pulvirenti, 67 anni di Catania.

Il Gip ha altresì disposto il sequestro
preventivo di società e beni mobili per un valore complessivo calcolato in €
12.660.000,00.

Le fattispecie delittuose
perseguite sono di (associazione di tipo mafioso, concorso esterno in
associazione di tipo mafioso, estorsione, riciclaggio, trasferimento
fraudolento di valori e illecita concorrenza con minaccia.

L’impegno investigativo è nato
sul finire del 2016 con la finalità di monitorare le documentate relazioni tra Giuseppe
Mangion, inteso Enzo, e l’uomo d’onore Giuseppe Cesarotti, il primo figlio del
defunto uomo d’onore Francesco Mangion, inteso Ciuzzu u firraru, già consigliere di Benedetto Santapaola (capo e rappresentante
della famiglia) ed il secondo favoreggiatore dello stesso Santapaola. In tale
ambito, sono state captate conversazioni dalle quali emergeva che Cesarotti:

consegnava al primo cospicue
somme di denaro contante ed aveva rapporti con i figli del più noto Benedetto Santapaola,
cui erano destinate parte delle citate somme;

era a conoscenza, per avervi
preso personalmente parte a suo tempo, di risalenti investimenti fatti da Benedetto
Santapaola, Aldo Ercolano cl. 60 (vice rappresentante della famiglia) e dal
defunto Francesco Mangion.

I contenuti di quelle
intercettazioni, peraltro, sono apparsi sin da subito geometricamente
sovrapponibili rispetto agli addebiti formulati a carico di Cesarotti nella
sentenza Orsa Maggiore, in cui si dà atto che «l’apporto arrecato dai fratelli
Cesarotti all’organizzazione malavitosa non si limitava solo alla “gestione
della latitanza” degli esponenti di vertice della famiglia catanese, bensì si
estendeva anche alla gestione di attività economiche nell’interesse e per conto
del sodalizio malavitoso».

Operazione Samael, nomi, foto e accuse

In tale quadro, perciò, si
decideva di avviare un dedicato impegno investigativo mirante alla individuazione
degli investimenti/interessi degli storici vertici della famiglia – si tratta
di Benedetto Santapaola, Aldo Ercolano cl. 60e del defunto Francesco Mangion –
e, conseguentemente, dei soggetti imprenditoriali che si erano prestati a
ricevere i capitali di provenienza illecita, reinvestendoli in attività
imprenditoriali lecite.

L’obbiettivo investigativo è
stato raggiunto dal momento che a detti investimenti partecipò anche Giuseppe Cesarotti
– che è l’unico libero e vivente degli originari investitori – il quale,
nell’ottica di rientrare in possesso del denaro a suo tempo investito è altresì
assurto a garante degli interessi di chi – secondo espressioni sue proprie – è
«nell’altra vita» (riferimento a Francesco Mangion, di qui il coinvolgimento
del figlio Enzo) e di coloro che invece «sono sepolti vivi» (riferimento agli
ergastolani Benedetto Santapaola, Aldo Ercolano). Proprio approfondendo le
relazionalità tra Cesarotti e Enzo Mangion è emerso che:

l’imprenditore farmaceutico Palermo,
risultato legato da risalenti rapporti fiduciari a Santapaola, Ercolano e Francesco
Mangion: a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, quale titolare fittizio della società
Tropical Agricola S.r.l. (già Antoniocostruzioni S.r.l.) e per il tramite di
essa, acquistò beni immobili con fondi provenienti dai summenzionati Santapaola,
Ercolano, Francesco Mangion e Cesarotti; negli anni ’90 curò personalmente la
latitanza di Ercolano e Francesco Mangion.

Nel corso dell’indagine, Palermo è
risultato impegnato, in concorso con Giuseppe Cesarotti e Enzo Mangion (presente
in ragione della riconducibilità di parte dell’investimento al de cuius), nell’alienazione,
a favore di terzi in buona fede, del patrimonio immobiliare della società.  L’ammontare dell’originario investimento,
sulla scorta degli esiti delle attività intercettive, è stato quantificato in £
2.000.000.000.

Operazione Samael, 9 arresti e 12 mln di beni sequestrati

In relazione alla vicenda in
parola, il Gip presso il Tribunale di Catania ha ritenuto sussistere la gravità
indiziaria in ordine alle seguenti ipotesi delittuose: trasferimento
fraudolento di valori) a carico di Palermo e Cesarotti, per aver fittiziamente attribuito
l’amministrazione e la proprietà della Tropical Agricola Srl (provvedendo
altresì a dividersi i proventi dell’alienazione del patrimonio sociale) a Palermo,
mentre i titolari effettivi della stessa sono Santapaola, Ercolano e Cesarotti (e
il defunto Francesco Mangion);

a carico di Palermo, per aver compiuto
operazioni dirette ad ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa
del denaro riconducibile a Santapaola, Ercolano, Francesco Mangion e Cesarotti.
Nello specifico, Palermo, in qualità di amministratore formale della Tropical
Agricola Srl (già Antoniocostruzioni S.r.l.) provvedeva a reinvestire,
custodire e capitalizzare i proventi dell’associazione mafiosa accumulati dai
summenzionati Santapaola, Ercolano, Mangion e Cesarotti; concorso esterno in
associazione di tipo mafioso) a carico di Geremia, perché
concorreva nell’associazione mafiosa denominata famiglia Santapaola – Ercolano,
mettendo costantemente a disposizione degli associati i locali nella sua
disponibilità per incontri riservati, raccogliendo il denaro investito dai
vertici della famiglia mafiosa (Santapaola, Ercolano e Francesco Mangion)
attraverso l’imprenditore Palermo, curando l’organizzazione degli appuntamenti
tra gli associati e, specificatamente tra Enzo Mangion e Antonio Tomaselli e gestendo,
per conto degli associati, i rapporti con le pubbliche amministrazioni ed in
particolare con il comune di Catania.

È stato altresì disposto il
sequestro della Tropical Agricola S.r.l.; 

Santapaola, Ercolano, Giuseppe Cesarotti,
Francesco Mangion, negli anni ’90, con fondi propri, attraverso la società Mascali
S.r.l., acquistarono un rilevante appezzamento di terreno sul quale realizzare immobili.
Negli anni 2000, la società fu venduta a imprenditori che, ignari della
riferibilità dell’assetto societario a cosa nostra, divennero oggetto di
richieste estorsive, formulate da Cesarotti nell’intento di recuperare così le
somme investite. Cesarotti, nell’avanzare le richieste, pretese l’intestazione
di un appartamento e, sempre al fine di sollecitare ulteriormente gli
imprenditori, ordinò l’incendio, avvenuto nell’agosto del 2017, dello
stabilimento balneare mascalese denominato Jaanta Bi, gestito dalle parti
offese. L’ammontare degli investimenti, e dunque della corrispondente pretesa vantata
da Cesarotti, sulla scorta degli esiti delle attività intercettive e delle
dichiarazioni rese dalle persone offese, è stato quantificato in £
1.800.000.000.

In relazione a ciò, il Gip ha
ritenuto sussistere la gravità indiziaria in ordine all’ipotesi delittuosa di estorsione
a carico di Giuseppe e Salvatore Cesarotti, Russo, Di Grazia e Armando Pulvirenti
perché con minaccia e violenza, consistita nel porre in essere aggressioni
fisiche e nell’incendiare il lido “Jaanta Bi”, costringevano le persone offese a
consegnare somme di denaro allo stesso Giuseppe Cesarotti per importi variabili.

Invero, questa è la vicenda
imprenditoriale di cui vi è traccia nella sentenza Orsa Maggiore in cui si dà
atto che «i Cesarotti provvedevano a reinvestire i “proventi illeciti per conto
della famiglia Santapaola”… sfruttando le loro conoscenze con il Sindaco di
Mascali, Susinni, per conto del Santapaola dovevano acquistare dei terreni
agricoli che presto sarebbero diventati edificabili»;

Santapaola, Ercolano, Francesco
Mangion e Giuseppe Cesarotti, negli anni ’90, con fondi propri, attraverso la
società Co.Invest. S.r.l., acquistarono beni immobili. Gli esiti delle attività
tecniche consentono di dire che CESAROTTI:  investì personalmente £ 1.000.000.000; ha avviato
preliminari attività volte alla stima del valore dei beni (€ 15.900.000) onde
poi alienarli.

In relazione a ciò, è stato
disposto il sequestro dei beni riconducibili a Cesarotti attraverso la Co.Invest.
S.r.l., consistenti in terreni siti in Belpasso (20 ettari circa) e villette
site in Marina di Gioiosa (RC).

Nel contempo, si è accertato che Giuseppe
e Salvatore Cesarotti, benché formalmente estranei agli assetti della LT
Logistica e Trasporti S.r.l. e della G.R. Transport Logistics S.r.l., hanno
personalmente curato e fatto fronte, con metodo mafioso, alle vicissitudini
aziendali, intervenendo tanto sui committenti quanto sugli altri operatori del
settore dei trasporti, al fine di coartare l’iniziativa imprenditoriale di
questi ultimi ed acquisire una posizione di sostanziale monopolio sul mercato. In
più, si è accertato che la G.R. Transport Logistics S.r.l., sin dalla data
della sua costituzione ha sede legale all’interno di immobile fittiziamente
intestato ad altri ma nei fatti riconducibile a Cesarotti. Su tale fronte, il Gip
presso il Tribunale di Catania, ha ritenuto sussistere la gravità indiziaria in
ordine alle seguenti ipotesi delittuose: trasferimento fraudolento di valori a
carico di Giuseppe e Salvatore Cesarotti quali titolari occulti della LT
Logistica e Trasporti Srl  e della GR
Transport Logistics illecita concorrenza con minaccia e 416 bis. c.p. a carico
di Giuseppe e Salvatore Cesarotti perché, nell’esercizio dell’attività
imprenditoriale di deposito ferroviario e trasporto merci svolta attraverso la GR
Transport Logistics Srl, ponevano in essere atti di concorrenza attraverso
minacce ed intimidazioni. Nello specifico, al fine di garantirsi una situazione
di sostanziale monopolio per le merci inviate a Catania dalla società Mercitalia
Logistic Spa intervenivano sia nei confronti di questi ultimi che dei titolari
di aziende operanti nel settore dei trasporti; disponendo il sequestro della LT
Logistica e Trasporti Srl e della GR Transport Logistics Srl e dell’immobile occultamente
riconducibile a Giuseppe Cesarotti e, sito in Mascali e sede della GR Transport Logistics Srl.

Le attività d’indagine di cui
sopra, inoltre, hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a
carico di Cesarotti, Mangion e Armando
Pulvirenti in ordine al delitto di cui all’art. 416 bis c.p. (associazione di
tipo mafioso), quali affiliati alla famiglia Santapaola – Ercolano e di
contestare a Mangion anche l’ipotesi delittuosa di trasferimento fraudolento di
valori) poiché, quale reale proprietario, attribuiva fittiziamente a Vincenzo Pulvirenti,
che la accettava, la titolarità dell’immobile sito in via Campania civ. 14 di
Mascalucia a Pulvirenti.

Il risultato sopra descritto è
stato raggiunto grazie ad attività di intercettazione ed a penetranti servizi
di osservazione, controllo e pedinamento eseguiti a riscontro, che hanno così
delineato un quadro indiziario forte, ulteriormente arricchito dalle
dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia e vieppiù consolidatosi, non
ultimo, grazie alla piena collaborazione offerta da alcune delle vittime.

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