Giudiziaria

Mafia, processo Montagna: discusse le posizioni di Cipolla e Sedita

Proseguono le arringhe difensive nell’ambito del processo scaturito dalla maxi operazione antimafia denominata Montagna che si celebra con il rito abbreviato davanti al Gup del Tribunale di Palermo Marco Gaeta. Questa mattina a discutere, per oltre due ore, sono stati gli avvocati Castronovo, Reina e Carrara negli interessi degli indagati Vincenzo Cipolla e Calogero Sedita.  […]

Pubblicato 5 anni fa

Proseguono le arringhe difensive nell’ambito del processo scaturito dalla maxi operazione antimafia denominata Montagna che si celebra con il rito abbreviato davanti al Gup del Tribunale di Palermo Marco Gaeta. Questa mattina a discutere, per oltre due ore, sono stati gli avvocati Castronovo, Reina e Carrara negli interessi degli indagati Vincenzo Cipolla e Calogero Sedita. 

Il primo è accusato di aver svolto un ruolo di primo piano all’interno della famiglia mafiosa di San Biagio Platani e di aver tentato una estorsione nei confronti di una ditta di Mussomeli che stava eseguendo i lavori di riqualificazione urbana della Piazza Messina di San Biagio Platani; il secondo, invece, per l’accusa è al vertice della famiglia mafiosa di Alessandria della Rocca alle dirette dipendenze del padre Gaetano, già arrestato nel 2012 per mafia. Anche nel loro caso sussiste l’accusa di tentata estorsione nei confronti di un’impresa locale impegnata nella realizzazione degli Archi di Pane a San Biagio Platani nel 2015 nonché nell’intimidazione ad un’azienda di Raffadali impegnata nella realizzazione di un parcheggio proprio ad Alessandria della Rocca.

Per la posizione di Cipolla hanno discusso gli avvocati Castronovo e Reina: i difensori hanno dato una visione diversa da quella prospettata dall’impianto accusatorio cercando di “smontare” l’accusa muovendo critiche nei confronti del collaboratore di giustizia Giuseppe Quaranta, che indica Cipolla quale uomo d’onore, affermando invece che dalle intercettazioni non emerge alcuna organicità alla famiglia mafiosa e che, anzi, i vertici del mandamento della Montagna lo avrebbero estromesso dai summit tenutisi. Inoltre, come ha evidenziato la difesa, Cipolla (arrestato nell’ambito dell’operazione Nuova Cupola) è stato anche assolto e risarcito del danno per una detenzione di 48 ore scaturita proprio dal blitz. Gli avvocati hanno anche prodotto una perizia di parte riguardante l’attività lavorativa del 57enne.

Gli imputati sono Adolfo Albanese, 71 anni, residente a Caltavuturo; Giuseppe Blando, 54 anni, di Favara; Vincenzo Cipolla, 56 anni, di San Biagio Platani; Domenico Antonio Cordaro, 53 anni, di San Cataldo; Franco D’Ugo, 53 anni, di Palazzo Adriano; Giacomo Di Dio, 50 anni, di Capizzi (Messina); Santo Di Dio, 50 anni, di Capizzi; Salvatore Filippo Giacomo Di Gangi, 74 anni, di Sciacca; Angelo Di Giovanni, 46 anni, di Favara; Stefano Di Maria, 25 anni, di Favara; Vincenzo Dolce, 52 anni, di Cerda; Francesco Maria Antonio Drago, 51 anni, di Siculiana; Pasquale Fanara, 59 anni, di Favara; Daniele Fragapane, 33 anni, di Santa Elisabetta; Francesco Fragapane, 38 anni, di Santa Elisabetta; Raffaele Fragapane, 41 anni, di Santa Elisabetta; Giovanni Gattuso, 62 anni, di Castronovo di Sicilia; Alessandro Geraci, 32 anni, di Petralia Sottana; Angelo Giambrone, 36 anni, di Santo Stefano Quisquina; Calogerino Giambrone, 52 anni, di Cammarata (deceduto); Francesco Giordano, 50 anni, di Niscemi; Salvatore La Greca, 75 anni, di Cammarata; Viviana La Mendola, 40 anni, di San Giovanni Gemini; Raffaele La Rosa, 59 anni, di San Biagio Platani; Roberto Lampasona, 40 anni, di Santa Elisabetta; Antonio Licata (detto Sandro), 27 anni, di Favara; Calogero Limblici, 60 anni, di Favara; Calogero Maglio, 51 anni, di Favara; Vincenzo Mangiapane, 47 anni, di Cammarata; Vincenzo Mangiapane, 64 anni, di Cammarata; Vincenzo Mangiapane, 63 anni, di Cammarata; Domenico Maniscalco, 53 anni, di Sciacca; Giovanni Antonio Maranto, 54 anni, di Polizzi Generosa; Pietro Paolo Masaracchia, 68 anni, di Palazzo Adriano; Giuseppe Nugara, 53 anni, di San Biagio Platani; Salvatore Pellitteri, 42 anni, di Chiusa Sclafani; Vincenzo Pellitteri, 66 anni, di Chiusa Sclafani; Luigi Pullara, 54 anni, di Favara; Salvatore Puma, 41 anni, di Racalmuto; il collaboratore di giustizia Giuseppe Quaranta, 50 anni, di Favara; Calogero Quaranta, 26 anni, di Favara; Pietro Stefano Reina, 67 anni, di San Giovanni Gemini; Calogero Sedita, 35 anni, di Santo Stefano Quisquina; Giuseppe Luciano Spoto, 79 anni, di Bivona; Massimo Spoto, 40 anni, di Bivona; Vincenzo Spoto, 42 anni, di Bivona; Nazarena Traina, 48 anni, residente a Cammarata; Gerlando Valenti, 46 anni, di Favara; Stefano Valenti, 52 anni, di Favara; Vincenzo Valenti, 50 anni, di Favara; Giuseppe Vella, 38 anni, di Favara; Salvatore Vitello, 43 anni, di Favara; Antonino Vizzì, 54 anni, di Raffadali.

Dei 58 imputati solo in sei hanno scelto il rito ordinario e sono l’ex sindaco di San Biagio Platani, Santo Sabella di 54 anni; Domenico Lombardo, 26 anni di Favara, Salvatore Montalbano, 26 anni, di Favara, Calogero Principato, 26 anni, di Agrigento, Giuseppe Scavetto, 49 anni, di Casteltermini; Antonio Scorsone, 53 anni, di Favara.

Sei invece le persone che hanno scelto la via dell’ordinario con il processo che è partito da alcune settimane con le prime audizioni dei testi di Pg che hanno condotto le indagini.

Il collegio delle difese è formato,tra gli altri, dagli avvocati Angela Porcello, Giuseppe Barba, Antonino Gaziano, Giovanni Castronovo, Riccardo Pinella, Antonino Mormino, Giovanni Vaccaro, Raffaele Bonsignore, Tanja Castronovo, Salvatore Salvago, Salvatore Virgone, Salvatore Manganello, Alba Nicotra, Giuseppe Sodano e Graziella Vella.

Si torna in aula l’1 aprile.

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