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Trattativa Stato-Mafia, Calogero Mannino assolto anche in Appello

Confermando la sentenza di primo grado, la prima sezione della Corte d’appello di Palermo ha assolto l’ex ministro Dc Calogero Mannino dall’accusa di minaccia a Corpo politico dello Stato. Era imputato nel processo stralcio sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia. L’accusa ne aveva chiesto la condanna a 9 anni. La sentenza è stata emessa dopo cinque ore di Camera […]

Pubblicato 5 anni fa

Confermando la sentenza di primo grado, la prima sezione della Corte d’appello di Palermo ha assolto l’ex ministro Dc Calogero Mannino dall’accusa di minaccia a Corpo politico dello Stato. Era imputato nel processo stralcio sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia. L’accusa ne aveva chiesto la condanna a 9 anni. La sentenza è stata emessa dopo cinque ore di Camera di consiglio.

Per oggi c’è la sentenza della Corte di appello, che conferma l’assoluzione e proclama la mia innocenza come altre sentenze in questi venti anni”. Lo ha detto all’Adnkronos l’ex ministro Calogero Mannino.

Mannino, accusato di violenza o minaccia a corpo politico dello Stato, non ha assistito alla sentenza ma ha atteso dalla sua abitazione la telefonata del suo legale, l’avvocato Marcello Montalbano.

Mannino aveva scelto di essere processato in abbreviato. La sua posizione era stata separata da quella dei coimputati, gli ex ufficiali del Ros Mario Mori, Giuseppe De Donno e Antonio Subranni, l’ex senatore di Fi Marcello Dell’Utri, i boss Leoluca Bagarella e Antonino Cina’ e Massimo Ciancimino. Tutti condannati a pene pesantissime dalla corte d’assise di Palermo, sono attualmente sotto processo in appello. L’assoluzione di primo grado per Mannino era arrivata, dopo oltre un anno dall’inizio del processo davanti al gup Marina Petruzzella, il 4 novembre del 2015.

Le motivazioni furono depositate il 31 ottobre del 2016.

Mannino era accusato di avere dato input ai contatti tra i carabinieri del Ros e Cosa nostra negli anni delle stragi mafiose. Per l’accusa, temendo per la propria vita dopo la decisione del boss Toto’ Riina di vendicarsi dei politici che non avevano mantenuto le promesse fatte, sarebbe stato il “motore” della cosiddetta trattativa Stato-mafia.

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