Agrigento

Agrigento2020, intervista al candidato sindaco Miccichè

L’ultima volta che ci siamo incontrati risale a circa tre anni fa.  In quell’intervista lei era un frenetico assessore della Giunta Firetto, attivo e propositivo. Poi le dimissioni che sono sempre poco comprensibili per tutti e lasciano una scia di polemiche e perplessità. Come i sondaggi di questi giorni. Vogliamo riprendere il discorso da quelle […]

Pubblicato 4 anni fa

L’ultima volta che ci siamo incontrati risale a circa tre anni fa.  In quell’intervista lei era un frenetico assessore della Giunta Firetto, attivo e propositivo. Poi le dimissioni che sono sempre poco comprensibili per tutti e lasciano una scia di polemiche e perplessità. Come i sondaggi di questi giorni. Vogliamo riprendere il discorso da quelle dimissioni?

“Le motivazioni delle mie dimissioni di assessore l’avevo detto prima e lo ribadisco ora, erano dovute a continui impegni che mi portavano un grosso stress. Ricordo che ero par time come assessore perché non avevo lasciato la mia attività di medico, a un certo punto ho dovuto abbandonare. Mi ha aiutato a prendere questa decisione le difficoltà burocratiche di una amministrazione comunale che risente tanto di carenze economiche ma non attribuisco la causa di questo a nessuno, sappiamo bene come tutti i comuni di Italia hanno le loro sofferenze”. 

Adesso la decisione di scendere in campo. Ragioni molto soppesate, evidentemente.

“Perché adesso decido di scendere in campo? Decido perché da quando mi sono dimesso, chiunque mi incontrava, amici, parenti ma anche sconosciuti, gente che si fermava e mi suggeriva questa candidatura perché mi aveva conosciuto nelle battaglie amministrative, ha visto in me la buona volontà e dopo due anni di queste sollecitazioni il mio senso civico mi spinge a scendere in campo per essere utile ad Agrigento”. 

Ha impressionato qualcuno questa sua  decisione, tanto che in questi ultimi giorni vengono fuori  costruiti veleni  e dicerie che certamente non fanno onore alla città, alla politica e che dimostra come abbiamo molte “educazioni” da imparare.

“Si è vero ma francamente ci bado poco. Ho fatto anche una mia dichiarazione e tutto sommato non la vedo come una provocazione elettorale o come una concorrenza alla mia candidatura. Può darsi che sia opera di qualcuno che nel passato non è stato ben attenzionato o che aspirava a qualcosa. Può anche darsi, ma io non condanno nessuno.. Tutto sommato io ribadisco la mia autonomia politica, il mio senso civico. E’ vero che abbiamo bisogno della politica perché amministrare una città senza la politica non si può, però voglio ribadire che sono deciso ad affrontare questa campagna elettorale, questa candidatura ad una eventuale elezione a sindaco, proprio perché voglio a tutti i costi spendere le mie forze per la città. Sono agrigentino, amo la mia città, ho figli grandi costretti ad andare fuori per lavoro, quindi capisco che scendere in campo in questo momento può servire ad Agrigento e alla economia agrigentina”. 

Questa storia del pupo e del burattinaio che muove i fili vorrebbe dire anche che la città mostra insofferenze verso le sue deputazioni politiche. Quanto questo  danneggia i candidati a sindaco?

“Si, sono uscite fuori queste immagini e sono rimasto deluso non più di tanto. Ripeto, la politica serve a tutti noi e io come medico dichiaro che non  ho bisogno di nessuno che mi guidi e affronto tutto a mie spese. Se dovessi essere eletto cercherò di governare il meglio possibile. Tutte le deputazioni devono essere dietro le nostre spalle e di tutti i cittadini perché altrimenti non si va avanti coi finanziamenti, i bandi, i fondi, non vi si  può attingere  se non c’è la politica che ti guida. Voglio ribadire la mia autonomia assoluta, ho già il mio programma che i tavoli tecnici stanno completando e a poco a poco gli agrigentini conosceranno il mio intento, il mio volere per la mia città.  Ho 61 anni, una vita di medico, sto sacrificando la mia professione perché qualora fossi eletto devo mettermi in aspettativa. Per me questa scelta è dura e importante perché dovrò dimostrare le mie capacità amministrative al servizio degli agrigentini senza ombre politiche. Il mio programma è in mano a professionisti seri  e  quanto prima lo porteremo a conoscenza della città”.

Scottata dagli anni passati  la città ha ben precisa l’idea di una amministrazione comunale alla quale è mancato l’assessorato al lavoro e al turismo. Così come stanno le cose, con un lanciatissimo Parco Archeologico e a fronte di un ventilato default, al comune competerebbero molte decisioni, amministrative e politiche. Lei che ne pensa?

“Sono d’accordo e ripeto i miei primi assessorati saranno proprio questi, è importantissimo avere delle figure competenti nel settore  che finora è stato carente. Superfluo notare che diventerebbero volano della nostra economia con tutto quello che abbiamo, dalla valle alla Scala dei Turchi, alla nostra costa”. 

Quando verrà reso noto il suo programma?

“Per adesso non penso agli assessorati, il mio lavoro si sta sviluppando nel programma che prende di mira il quotidiano, i servizi e le prospettive future legate alla cultura e alla storia della nostra città”.

Evidentemente senza tener conto dei vecchi arnesi del sondaggismo casereccio che scatenano effetti collaterali che fanno male a tutti.

“Siamo in democrazia, il mio intento è quello di voler fare il sindaco di Agrigento, per migliorare il quotidiano, la vivibilità, i servizi.. Continuare nel migliore dei modi quello che i miei predecessori hanno fatto e naturalmente con risultati migliori”.

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