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Patto coesione, Carmina(M5S): “solita passerella elettorale della Meloni in Sicilia”

Il commento di Ida Carmina sul patto coesione firmato a Palermo dalla premier Meloni con il presidente della Regione Schifani

Pubblicato 2 mesi fa

Passerella elettorale della Meloni in Sicilia per vantarsi di fondi che già spettano ai siciliani, mentre scippa alla Sicilia un miliardo e 300 milioni di euro per il Ponte sullo Stretto e lascia fuori il territorio di Agrigento, per cui non finanzia né strade, né aeroporto, niente di niente”. Cosi in una nota la portavoce alla Camera dei deputati del Movimento Cinque stelle, Ida Carmina, commentando il patto coesione tra Meloni e Schifani firmato a Palermo. “La Meloni in Sicilia, in un mega spot elettorale in vista dell’europee butta fumo negli occhi per coprire inefficienze e politiche anti-meridionaliste da parte del governo delle destre. Voglio chiarire ai siciliani che i Fondi di sviluppo e coesione sono uno strumento previsto dal Trattato UE per regioni come la Sicilia che ricadono nell’area di convergenza e devono recuperare l’arretratezza di sviluppo e infrastrutturale: nessuna concessione da parte del governo Meloni ai siciliani. “Casualmente” la Meloni, premier e candidata-civetta alle europee del 8 e 9 giugno firma il “Patto di Coesione” al Massimo di Palermo con Schifani in pompa magna con il mantra vi ho liberato “6,8 miliardi di euro” allargata alla claque chiamata a fare numero anche dalla batteria della regione, fatto fuori da ogni protocollo istituzionale”, continua Carmina. “Ancora una volta “Giorgia” pensa che i siciliani siano degli allocchi e che tutto questo fumo da campagna elettorale in una isola sempre più isolata e con infrastrutture da terzo mondo, specie nella zona centro meridionale, le possa dare facili consensi e applausi. Sono convinta che i siciliani vorranno dare il giusto “schiaffo” alle destre e alle loro politiche nordiste, l’Autonomia Differenziata  o l’utilizzo dei fondi Fsc in maniera scellerata, come mega marchetta elettorale ai territori che interessano ad alcuni  esponenti politici e non ai territori che ne hanno diritto perché in condizioni di maggiore disagio, o come in primis l’aver sottratto il miliardo e trecento milioni di euro dall’utilizzo corretto di queste risorse per spostarli sull’ipotetico Ponte sullo Stretto, un’ opera che non regge da nessun punto di vista: politico e tecnico.  Un miliardo e trecento milioni che dovevano gravare sul Bilancio dello Stato e non scippati ai fondi destinati ai Siciliani.Basti pensare che in base allo studio di fattibilità l’importo per la realizzazione dell’aeroporto di Agrigento è di 115 milioni di euro. Potevamo fare 13 aeroporti con i fondi scippati ai siciliani dal Governo Meloni. Tra l’altro con grave sgarbo istituzionale solo 5 minuti prima che le opposizioni all’Ars iniziassero la conferenza stampa sono state fornite comunicazioni tramite mail dal governo Schifani, peraltro solo sui macro-progetti e senza specificare il criterio utilizzato per attribuire i fondi ai comuni. Magari una sorta di priorità a secondo della vicinanza politica o come si dice una marchetta elettorale? Per la provincia di Agrigento c’è poco o nulla. Oltre il miliardo e 300 milioni per lo stretto, ci sono 800 milioni per 2 temi valorizzatori di Palermo e Catania, dopo che negli ultimi 20 anni, l’unica cosa certa è il disastro compiuto dai vari Presidenti di Regione di centrodestra che non hanno portato a termine nessun piano strategico sui rifiuti con aumenti smisurati dei costi causa anche il conferimento all’estero dei rifiuti e l’aumento sistematico in bolletta dei costi finali per una totale inefficienza del servizio. La Meloni o “Giorgia”, come si fa chiamare adesso, la finisca di fare queste passerelle sotto scadenze elettorali e faccia ammenda del disastro che in questi 18 mesi ha lasciato ai cittadini siciliani”, continua l’onorevole del M5S. “I siciliani hanno le idee chiare e daranno le giuste risposte a questo governo nazionale e regionale delle destre e le puniranno dentro le cabine elettorali per uno sfacelo che è sotto gli occhi di tutti e che non vede nessun cambio di marcia, ma potrà solo peggiorare finché la Meloni rimarrà al Governo, “conclude l’On. Ida Carmina”

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