Agrigento

Qualità della vita 2025, Agrigento al 95º posto nella classifica de “Il sole24ore” 

La provincia di Agrigento si piazza al 95º posto, su 107 province italiane, nella classifica de “IlSole24Ore” sulla qualità della vita: ecco cosa emerge

Pubblicato 14 minuti fa

La provincia di Agrigento si piazza al 95º posto nella classifica de “IlSole24Ore” che ogni anno fotografa la qualità della vita tra le 107 province italiane esaminate. Agrigento guadagna un posto rispetto al 2024 (era 96ª) ma comunque resta in fondo alla classifica così come gran parte dei territori del sud. La provincia con la più alta qualità della vita è Trento, seguita da Bolzano e Udine. Quelle in cui si vive peggio, invece, sono Reggio Calabria, Siracusa, Crotone, Napoli e Caltanissetta. Anche quest’anno l’indagine della Qualità della vita del Sole 24 Ore prende in esame 90 indicatori, suddivisi nelle sei macrocategorie tematiche (ciascuna composta da 15 indicatori): ricchezza e consumi; affari e lavoro; ambiente e servizi; demografia, società e salute; giustizia e sicurezza; cultura e tempo libero.

LE PERFORMANCE DELLA PROVINCIA DI AGRIGENTO

La migliore performance registrata in provincia di Agrigento (1ª in Italia) è quella relativa alla categoria “amministratori locali con meno di 40 anni”. La peggiore (ultima in classifica) riguarda invece la presenza di “organizzazioni no profit per 10mila abitanti”. Nella categoria “Ricchezze e consumi” i risultati peggiori arrivano dai “Pensionati con reddito pensionistico di basso importo”, “Retribuzione media annua dei lavoratori dipendenti”, “Reddito medio disponibile pro capite”, “Spesa delle famiglie per il consumo di beni durevoli” e “Depositi bancari delle famiglie consumatrici”. Bene, invece, il valore sulla “Disuguaglianza del reddito netto”, “Mensilità di stipendio per comprare casa”, “Trend del Pil pro capite” e “Assorbimento del settore residenziale”. Nella categoria “Affari e Lavoro” i dati peggiori sono quelli relativi alle “Startup innovative”, il “tasso di mancata partecipazione al lavoro” e la “partecipazione alla formazione continua”. Quelli positivi, invece, sono relativi alle “cessazioni delle imprese registrate”, al “numero di ore Cig autorizzate” e al “numero pensioni di vecchiaia”. Nel settore “Giustizia e sicurezza” la provincia di Agrigento risulta essere ai vertici delle classifiche con buone performance registrate: “Incidenti stradali relativi a morti e feriti ogni mille abitanti”, “Mortalità stradale in ambito extraurbano”, “Truffe e frodi informatiche”, “Indice di criminalità” e “Percezione di insicurezza”. Una nota dolente è rappresentata dalla categoria “Demografia e società” dove ci sono indicatori che fanno precipitare la provincia in fondo alla classifica: “Saldo migratorio totale”, “Iscritti all’Aire”, “Mortalità evitabile”, “Qualità della vita delle donne”, “Speranza di vita alla nascita”. Gli unici dati positivi in questa categoria sono il “quoziente di natalità (10º) e i “medici di medicina generale attivi ogni 10mila abitanti”. Nella categoria “Ambiente e servizi” i dati positivi sono relativi alla “qualità della vita dei giovani”, all’ “energia elettrica da fonti rinnovabili”, ai bassi “rischi di alluvione e frana”. I peggiori, invece, sono la “qualità di vita degli anziani”, la “qualità delle amministrazioni locali” e i “comuni con servizi per le famiglie interamente online”. Anche nell’ultima categoria “Cultura e tempo libero” i dati non sono esattamente promettenti. La provincia di Agrigento è in fondo alla classifica per “partecipazione elettorale”, “palestre, piscine, centri per il benessere e stabilimenti termali”, “organizzazioni non profit”, “indice di lettura” e “indice di sportività”. 

Il dato conferma una spaccatura geografica che, in 36 edizioni della Qualità della vita, non ha accennato a sanarsi, nonostante i punti di forza del Sud nella demografia, nel clima, nel costo della vita decisamente più accessibile, e i fondi (inclusi quelli del Pnrr) che negli anni hanno contribuito a dare una spinta alle imprese e al Pil dei territori in questione: le ultime 22 classificate, infatti, continuano a essere province meridionali.

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