Politica

S.Stefano Quisquina, approvato bilancio di previsione 2023/25

I conti restano in ordine pur essendo previsti numerosi investimenti in conto capitale.

Pubblicato 2 anni fa

Nell’adunanza del 27 luglio 2023 il Consiglio Comunale di Santo Stefano Quisquina ha approvato, entro i termini di legge, il Bilancio di previsione 2023-2025.
Il Sindaco nel proporlo ha sottolineato che non è previsto nessun aumento delle imposte comunali, che resteranno invariati e senza tagli i servizi a favore dei cittadini. I conti restano in ordine pur essendo previsti numerosi investimenti in conto capitale.
Il gruppo consiliare Agenda Civica 2030 ha rimarcato che l’importante documento programmatico rispetta i principi contabili e si pone in linea con l’indirizzo amministrativo volto al rigore finanziario e contemporaneamente ad una visione strategica delle misure da adottare per il rilancio dei settori maggiormente in difficoltà.
Il Presidente ha espresso apprezzamento per il coinvolgimento dei Consiglieri nella stesura del Bilancio.
Successivamente, il Consiglio ha approvato il regolamento comunale per lo stralcio parziale dei crediti fino a 1.000 euro, relative ad ingiunzioni ed accertamenti per il periodo che va dal primo gennaio 2000 al 31 dicembre 2015, a titolo di interessi, di sanzioni e di interessi di mora. Restano dovute le somme riferite al capitale.
Nel corso della seduta i consiglieri Cacciatore, Dolcimascolo e Pensato sono stati eletti in rappresentanza del Comune di Santo Stefano Quisquina in seno all’Assemblea dell’Unione dei Comuni “Platani-Quisquina-Magazzolo”.
I Consiglieri Parrino e Pitisci sono stati eletti quali componenti della Commissione per la formazione degli Albi dei Giudici popolari di Corte di Assise e di Corte di Assise d’Appello.
Infine, su proposta del Sindaco e del Presidente del Consiglio, è stata approvata una mozione che impegna il Sindaco a chiedere il ritiro del Disegno di legge sull’autonomia regionale differenziata. Il Consiglio Comunale e la Giunta Municipale ritengono sbagliato e da contrastare il suddetto disegno di legge perché apre grandi varchi per chi intenda consolidare i divari e creare nuove disuguaglianze in un Paese già segnato da profonde disparità territoriali. Il disegno di legge si pone in contrasto con i principi costituzionali di solidarietà e uguaglianza e con le garanzie di sussidiarietà e perequazione.

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