Da tentato omicidio a lesioni: dimezzata condanna per empedoclino

La Corte d’Appello di Palermo, riqualificando il capo di imputazione da tentato omicidio a lesioni gravi, ha condannato l’empedoclino James Burgio, 27 anni, alla pena di quattro anni di reclusione dimezzando di fatto quanto invece sancito lo scorso anno dal gup del Tribunale di Agrigento Alessandra Vella che lo aveva condannato per tentato omicidio alla pena di otto anni. Burgio era accusato in primo grado anche di un secondo tentato omicidio ma da questo specifico capo di imputazione era stato assolto. La vicenda risale al 21 luglio scorso quando, poco dopo le 19, vennero esplosi un paio di colpi di arma da fuoco calibro 7.65 che raggiunsero alle gambe il pescatore Angelo Marino.

Un secondo tentativo sarebbe stato effettuato nei confronti dell’armatore Volpe che, però, scampò all’attentato a causa di un difetto della pistola che si inceppò.  Burgio si presentò qualche giorno dopo, accompagnato dall’avvocato Salvatore Pennica, negli uffici della Squadra Mobile di Agrigento. L’iter giudiziario vide la derubricazione dell’ipotesi di reato di iniziale tentato omicidio in lesioni personali gravi salvo poi, con decisione del Riesame, confermare il capo di imputazione di duplice tentato omicidio.

Adesso il nuovo verdetto della Corte d’Appello di Palermo che ha riformulato il tentato omicidio in lesioni gravi dimezzando la condanna. Burgio lo scorso 4 marzo è stato raggiunto da altra ordinanza di custodia cautelare nell’ambito dell’inchiesta Kerkent, operazione condotta dalla Dia di Agrigento, con cui è stato sgominato il clan Massimino. In quest’ultima inchiesta è stata avanzata la richiesta di condanna a 12 anni di carcere per il 27enne.