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Licata, usura e tentata estorsione: padre e figlio saranno processati

I sostituti procuratori della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo Claudio Camilleri e Pierangelo Padova avevano avanzato la richiesta di rinvio a giudizio  nei confronti di Antonino e Paolo Greco, padre e figlio, rispettivamente di 49 e 22 anni, vecchie conoscenze degli investigatori, il gup del Tribunale di Agrigento, Ermenegilda Marfia, ha accolto tale richiesta e […]

Pubblicato 4 anni fa

I sostituti procuratori della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo Claudio Camilleri e Pierangelo Padova avevano avanzato la richiesta di rinvio a giudizio  nei confronti di Antonino e Paolo Greco, padre e figlio, rispettivamente di 49 e 22 anni, vecchie conoscenze degli investigatori, il gup del Tribunale di Agrigento, Ermenegilda Marfia, ha accolto tale richiesta e ha rinviato a giudizio i due congiunti.

Le accuse mosse a padre e figlio sono usura e per il solo Antonino Greco anche un episodio di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Padre e figlio vengono fermati con relativo provvedimento dalla Squadra Mobile di Agrigento, guidata dal vicequestore Giovanni Minardi, e dai colleghi del commissariato di Licata, agli ordini del commissario Sergio Carrubba (oggi a vertice della Digos di Agrigento), nel maggio dell’anno scorso nell’ambito di una delicata inchiesta che ha scavato nel mondo dell’usura licatese.

Fermo che si rese necessario perché, qualche giorno prima, i due avrebbero imposto una sorta di ultimatum ad una loro vittima: o paghi entro il 12 maggio o avrai gravi conseguenze per te e i tuoi familiari”.

Paolo Greco l’8 marzo del 2019, agendo con il volto coperto da passamontagna, avrebbe sparato alcuni colpi di pistola, una scacciacani modificato, contro poliziotti e solo l’intervento dei colleghi che agivano sotto copertura ha impedito gravi conseguenze.

Il padre, Nino Greco aveva già avuto problemi con la giustizia ed in particolare era stato arrestato e condannato proprio per usura nell’ambito dell’operazione “Sciacallo”.

Nel corso dell’inchiesta sarebbero stati accertati tre distinti episodi di usura, nei confronti di altrettante persone, fra il 2016 ed il 2019, condite da aggressioni e minacce.

In un caso il tasso di interesse applicato sarebbe arrivato ad essere di circa il 240% annuo.

La prima udienza del processo si terrà il prossimo 22 settembre. Intanto l’associazione Fai-Antiracket Sicilia ha annunciato di volersi costituire parte civile.

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