Giudiziaria

“Tentata estorsione a due imprenditori”, al via nuovo processo per boss Massimino

Si tratta del tentativo di imporre a due imprenditori agrigentini l’assunzione di un operaio

Pubblicato 2 mesi fa

È ripartito davanti ad altra sezione della Corte di Appello di Palermo il processo bis a carico del boss Antonio Massimino, ritenuto per anni al vertice della mafia di Agrigento. Il nuovo processo, che riguarda un singolo episodio, scaturisce dalla decisione della Cassazione di annullare due delle tre ipotesi di tentata estorsione contestate al capomafia ai danni di due costruttori agrigentini. Si tratta del tentativo di imporre agli imprenditori Li Causi l’assunzione di un operaio.

Il sostituto procuratore generale Rita Fulantelli aveva chiesto la riapertura dell’istruttoria con l’audizione delle persone offese ma la Corte ha rigettato. La Cassazione lo scorso anno aveva “cancellato”, questa volta senza rinvio e dunque con verdetto che diventa definitivo, la condanna relativa ad un altro tentativo di estorsione, riqualificato adesso in esercizio arbitrario delle proprie ragioni. L’episodio riguarda la richiesta ai costruttori di saldare un debito di 85 mila euro al titolare di un’impresa. Reato che, in mancanza di querela di parte, non poteva essere perseguito.

Nell’inchiesta era coinvolto anche Liborio Militello, difeso dall’avvocato Giovanni Castronovo, ritenuto uno degli uomini più “vicini” a Massimino. La sua condanna diventa definitiva limitatamente alla richiesta di “messa a posto” ai due costruttori per l’immobile in via Mazzini. Si torna in aula il 24 aprile per la requisitoria e l’arringa dell’avvocato Salvatore Pennica. 

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