Naro

Uccisero connazionale a colpi di zappa: depositate motivazioni condanne

Il caso riguarda l'omicidio di un bracciante agricolo a Naro

Pubblicato 3 anni fa

Non furono futili motivi poiché i dissapori fra le due famiglie sono stati violenti e minacciosi da entrambe le parti.” Sono state depositate dalla Corte d’Assise d’Appello di Palermo le motivazioni alla base delle due condanne a trent’anni di reclusione disposte nei confronti di padre e figlio – Vasile Lupascu, 45 anni, e il figlio Vladut Vasile, 20 anni – per aver ucciso a colpi di zappa un connazionale – Constantin Pinau – a Naro.

Nel secondo grado di giudizio, dunque, sono stati esclusi i “futili motivi” ma nulla è cambiato in tal senso rispetto a quanto deciso dalla Corte d’Appello che ha confermato il giudizio del Tribunale di Agrigento: trent’anni di reclusione (già ridotti di un terzo in virtù del rito abbreviato) e premeditazione sussistente.

L’omicidio, cui avrebbe partecipato pure Anisoara Lupascu, 40 anni (moglie e madre degli altri imputati, condannata a 22 anni nell’altro stralcio del processo), avvenne l’8 luglio del 2018 davanti all’abitazione della vittima a Naro. La ricostruzione dell’episodio e’ apparsa chiara gia’ poche ore dopo. L’agguato, avvenuto sotto casa della vittima, e’ scattato dopo una serie di litigi scanditi da aggressioni e denunce reciproche. Secondo quanto hanno raccontato alcuni testi in aula, poco prima dell’omicidio, Costantin aveva rotto uno specchietto all’auto di Lupascu, che, assieme al figlio e alla moglie, ha organizzato una rappresaglia: i tre, armati di zappa, coltello e spranga avevano brutalmente pestato i coniugi, colpendo soprattutto Costantin, che era morto poco dopo mentre la donna, che aveva cercato di difendere il marito, era stata colpita al braccio e aveva riportato una frattura.

I due imputati, di origini rumene come la vittima, in primo grado sono stati condannati anche a pagare una provvisionale, vale a dire un anticipo del risarcimento del danno, di 60 mila euro ciascuno alla moglie e ai tre figli di Pinau che si sono costituiti parte civile, con l’assistenza degli avvocati Francesco Scopelliti, Vito Cangemi e Giovanni Salvaggio. L’accusa di tentato omicidio, contestata ai due imputati, ai danni della moglie di Pinau, colpita a sua volta nel tentativo di difendere il marito, gia’ in primo grado e’ stata riqualificata in lesioni. La circostanza, insieme alla scelta del giudizio abbreviato, ha evitato ai due imputati la condanna all’ergastolo. La difesa – affidata agli avvocati Diego Giarratana e Salvatore Pennica – impugnera’ la sentenza in Cassazione. 

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