Agrigento

“Una serata come viene” al Posta vecchia di Agrigento (ft)

E’ La terza volta che Marco Cavallaro calca la scena del Posta vecchia di Agrigento, lo ricorda lui all’inizio, però sta volta come viene viene.          Cavallaro decide la sua serata Reloaded, senza copione? No, il copione lo scelgono gli spettatori. Cinque fogli A4 sono a disposizione alla cassa del teatro e alla fine le indicazioni […]

Pubblicato 4 anni fa

E’ La terza
volta che Marco Cavallaro calca la scena del Posta vecchia di Agrigento, lo
ricorda lui all’inizio, però sta volta come viene viene.         

Cavallaro
decide la sua serata Reloaded, senza copione?

No, il copione
lo scelgono gli spettatori. Cinque fogli A4 sono a disposizione alla cassa del teatro
e alla fine le indicazioni più votate sono quelle che riguardano sesso e
amore. 

Si
comincia con una serie di immagini provocatorie e assurde come nel ”Mondo
cane” di Jacopetti e si prosegue con interpellanze al pubblico in un gioco
di coinvolgimento e partecipazione che sta fra il “treatment” psicanalitico
e la terapia di gruppo.

Si prosegue con gli apparentamenti a ‘”Mondo cane 2″ tra frizzanti  riflessioni e sarcasmi da levar la pelle (divertente la raccolta di audio sui tipi di orgasmo femminile) fino al the end affidato alle parole sagge e comuniste di Andrea Camilleri sul sapere e il bisogno di far sapere ad altri e la paura che oggi  attanaglia tutti nel clima d’odio che stiamo attraversando.

Ed è
appunto un “nonaverpaura” che appare a caratteri cubitali sullo
schermo e che chiude il Reloaded di Marco Cavallaro.  Con il suo solito stile che l’attore
Cavallaro vuol definire “divertente, dissacrante e romantico quanto
basta” ma sufficiente a prender atto come il cabaret e la satira vengano
travolte dal reale politico e umano.

Un
copione, scritto in corridoi istituzionali piazze di paese e tinelli familiari,
dove si prende atto di questa invasione spiazzante, ma si fatica a farsene una
ragione perchè sempre in sotto traccia affiora il ricorrente ‘vai avanti tu che
a me viene da ridere”.

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