Agrigento

Luna Rossa, un agrigentino sfida i giganti del mare

Dal mare di San Leone all’America’s Cup. Per Gabriele Di Trapani, ingegnere trentaseienne agrigentino, il sogno e la passione si trasformano in realtà.

Pubblicato 3 anni fa

Dal mare di San Leone all’America’s Cup. Per Gabriele Di Trapani, ingegnere trentaseienne agrigentino, il sogno e la passione si trasformano in realtà. Di Trapani è il project manager- draftsman del team Prada che con “Luna Rossa” in questi giorni sfiderà i colossi della vela mondiale nello specchio d’acqua di Auckland. L’obiettivo è la conquista della Prada Cup Challenger Selection Series, lasciapassare per la trentaseiesima America’s cup.

“Il mare mi ha sempre affascinato – ammette Gabriele Di Trapani – da ragazzo frequentavo il club nautico ‘Punta Piccola’ di San Leone, la località balneare di Agrigento. Crescendo – prosegue – ho seguito la mia passione fino alla laurea specialistica in ingegneria nautica all’università di Genova”. Un percorso rigoroso ed esemplare che lo ha visto partecipare nel 2009 fattivamente al progetto della sua prima barca “Corsara” che avrebbe successivamente navigato alla manifestazione “Milleeunavela“, la regata dedicata alle imbarcazioni progettate, realizzate e condotte da studenti universitari.

Di Trapani Gabriele

La passione per la vela lo mette sulla strada di Giovanni Soldini, incontrato al Porto Lotti di La Spezia durante uno stage, al quale confessa, con la grande timidezza che contraddistingue un giovane universitario, la curiosità per il progetto del trimarano con il quale il velista italiano avrebbe effettuato una regata transoceanica in solitario. Questo incontro farà nascere un’amicizia che porta l’agrigentino ad affrontare con Soldini la traversata dell’oceano Atlantico. Una borsa di studio gli apre le porte della Boint Parners di Santander, in Spagna, uno studio di progettazione conosciuto in tutto il mondo che gli fa maturare un’esperienza professionale a livello mondiale.

“Poi – racconta Gabriele Di Trapani -, nel 2018, è arrivata la chiamata dal capo spedizione di Prada per collaborare alla realizzazione dell’AC75 che avrebbe partecipato alla 36 edizione dell’America’s Cup. Un’emozione indescrivibile – confessa – un turbinio di stati d’animo che alternavano la felicità di trovarmi in un sogno, sapendo che si trattava di un punto da cui ripartire, e le mille difficoltà affrontate per crescere, senza mai sprecare energie, senza mai lamentarmi, senza assecondare emozioni negative che riempiono i vuoti, perché sarebbero state solo una perdita di tempo nel rispetto di me stesso e del tempo trascorso lontano dagli affetti familiari. Oggi siamo qui a sfidare i giganti del mare, ad inseguire l’ennesimo sogno, quello di portare la coppa in Italia. E’ la speranza che accompagna i nostri giorni lontani da casa. Finalmente ci siamo, adesso è arrivato il momento di fare “volare” la barca in mare e già questo è un grande traguardo” conclude Gabriele Di Trapani pronto comunque ad accogliere le avventure che il futuro incerto riserverà, dando il giusto peso alle cose nella misura che meritano, seguendo il vento e magari tornando, come ragazzo, a strambare nel mare di San Leone.

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