Migranti, il cardinale Montenegro: “sono vittime del mondo”
“La politica che sappia guardare lontano non c’e’ e l’immigrato e’ diventato una categoria: se muore non ci da’ fastidio. Il Mediterraneo e’ diventato un cimitero liquido, le morti sono almeno 60.000, ma la nostra vita continua e non ci chiediamo mai quanto siamo responsabili di queste morti. Forse conviene essere animali per avere un […]
“La politica che sappia guardare lontano non c’e’ e l’immigrato e’ diventato una categoria: se muore non ci da’ fastidio. Il Mediterraneo e’ diventato un cimitero liquido, le morti sono almeno 60.000, ma la nostra vita continua e non ci chiediamo mai quanto siamo responsabili di queste morti. Forse conviene essere animali per avere un trattamento diverso: se abbandono un cane per strada rischio delle multe, ma se lascio uomini in mare e muoiono non mi succede nulla. Siamo arrivati al punto di esternalizzare le nostre frontiere, e in Libia rimandiamo indietro le persone, cosi’ non ci sporchiamo le mani”. Cosi’ denuncia il cardinale Franco Montenegro, arcivescovo di Agrigento tra i relatori invitati a presentare l’iniziativa ‘Fame e sete di giustizia – Digiuno di solidarieta’ con i migranti’, durante l’incontro online organizzato dall’associazione Cantiere casa comune. Questo “digiuno a staffetta” secondo l’arcivescovo di Agrigento “non e’ ‘per’ bensi’ ‘con’: dobbiamo condividere la fame. I migranti vengono perche’ hanno fame, vengono a riprendersi cio’ che noi paesi civili abbiamo tolto. Ma noi siamo la civilta’, eppure non vogliamo capire che esistono le civilta’”. Secondo il cardinale Montenegro “parliamo di integrazione ma siamo solo tolleranti. Neanche nella Chiesa i poveri trovano posto: il fatto che neanche nella preghiera dei fedeli, a messa, questi migranti trovino posto e’ emblematico. Cristo– continua l’arcivescovo- arriva su questi barconi e noi non lo vediamo”.





