Agrigento

Benedizione delle salme, Montenegro: “questi morti gridano “perchè?”

Il cardinale Francesco Montenegro, vescovo di Agrigento, è arrivato alla Casa della Fraternità di Lampedusa, per la benedizione delle tredici salme, vittime del naufragio al largo di Lampedusa.  Le bare sono senza nome: sopra una placca di ottone dorato. Solo un numero da 1 a 13 e la data “7 ottobre 2019-Lampedusa”. Dopo un momento di […]

Pubblicato 5 anni fa

Il cardinale Francesco Montenegro, vescovo di Agrigento, è arrivato alla Casa della Fraternità di Lampedusa, per la benedizione delle tredici salme, vittime del naufragio al largo di Lampedusa.
 Le bare sono senza nome: sopra una placca di ottone dorato. Solo un numero da 1 a 13 e la data “7 ottobre 2019-Lampedusa”. Dopo un momento di raccoglimento in privato alla presenza di rappresentanti delle forze dell’ordine e del procuratore aggiunto Salvatore Vella, il cardinale di Agrigento ha voluto recitare il Padre nostro. Ad accompagnare il prelato anche il parroco don Carmelo Lamagra.

“L’Europa sta dimostrando che ancora non e’ in grado di affrontare questo problema. Oppure, non voglio essere cattivo, forse non vuole essere in grado. Perche’ affrontare questi problemi vuol dire perdere popolarita’ e allora noi, pur di restare a galla, preferiamo che gli altri affondino: una Europa che non e’ capace di accogliere, che da anni discute dicendo che le cose cambieranno. Si’, le cose cambieranno: i numeri dei morti cambia ma le cose restano”,  ha detto l’arcivescovo di Agrigento, il cardinale Francesco Montenegro. “Si ripetono – ha aggiunto il cardinale Montenegro – gli stessi sentimenti e le stesse emozioni di sempre: meraviglia perche’ gli altri si meravigliano perche’ succedono questi fatti. E indignazione perche’ questi fatti succedono. Ed e’ strano che continuiamo a contare i morti e la storia continua ad essere quella che e’. Tante parole, ma le parole non riescono ancora a cambiare la vita. Ora sara’ una rincorsa sulla responsabilita’ di chi e’ colpevole, perche’ sono morti”. E ancora: “Ognuno di noi ha un po’ di colpe. C’e’ gente che ha voglia di vivere e noi decidiamo che non deve avere questo desiderio. Ecco perche‘ – ha proseguito – di fronte a questi fatti solo il silenzio, cercare di capire perche’ il cuore dell’uomo e’ cosi’ chiuso e non riesce a leggere quella che e’ una storia che vuole andare avanti e che andra’ nella misura in cui noi lo permettiamo”.

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