Agrigento

L’acqua torna pubblica, ansia tra i lavoratori del servizio idrico: “Che fine faremo noi?”

Arrivano i commenti soddisfatti delle varie associazioni di consumatori e comitati cittadini per l’acqua pubblica, dopo la storica decisione di ieri votata all’unanimità dall’Ati, sul ritorno al “pubblico” dell’acqua con la scelta dell’Azienda Consortile, in “gara” con la Spa. Ad essere precisi l’assemblea dei sindaci ha visto l’astensione degli 8 comuni che, almeno nella fase […]

Pubblicato 5 anni fa

Arrivano i commenti soddisfatti delle varie associazioni di consumatori e comitati cittadini per l’acqua pubblica, dopo la storica decisione di ieri votata all’unanimità dall’Ati, sul ritorno al “pubblico” dell’acqua con la scelta dell’Azienda Consortile, in “gara” con la Spa.

Ad essere precisi l’assemblea dei sindaci ha visto l’astensione degli 8 comuni che, almeno nella fase preliminare, sembrano avere i requisiti per la gestione in proprio, con l’aggiunta di Camastra.

La votazione è avvenuta per chiamata e al termine della stessa uno scrosciante applauso si è levato a testimoniare la soddisfazione di quanto espresso dai sindaci agrigentini.

A tutto questo, però, fa da contraltare la forte preoccupazione dei dipendenti di Girgenti Acque e di Hydortecne, che, entrambe commissariate, stanno garantendo il servizio idrico integrato nella provincia agrigentina.

I lavoratori, in tutto circa 330, fino ad ora sono stati a guardare, rassicurati sul loro futuro dai sindacati, che avrebbero avuto rassicurazioni dal Prefetto, che avrebbe garantito che si sarebbero messe in atto tutte le azioni necessarie a garantire i livelli occupazionali, ma alla luce di quanto votato ieri dall’Ati, cresce la paura di perdere il lavoro.

Ricordiamo che Girgenti Acque e Hydotecne sono state commissariate dal Prefetto a seguito di interdittiva antimafia e che il Prefetto di Agrigento, Dario Caputo, ha posto alla loro guida i due commissari straordinari Gervasio Venuti e Massimo Dell’Aira.

Ieri i commenti dei lavoratori erano improntati al pessimismo, ma anche alla speranza che si trovi una soluzione alla loro posizione lavorativa, altri si chiedono “che fine faremo noi e le nostre famiglie?”.

Insomma, una questione delicata che dovrà essere affrontata da chi avrà l’onere di decidere sul futuro lavorativo di centinaia di lavoratori che già nelle prossime ore promettono di organizzarsi per “difendere” il loro presente e il loro futuro.

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