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Gli amici della “Noce” in ricordo di Leonardo Sciascia (gallery)

“Gli amici della Noce”, fino a qualche decennio fa, era una aurea pubblicazione che raccoglieva gli scritti di amici e letterati dello scrittore racalmutese.  Oggi, anzi, da ieri sera,  può diventare benissimo una ricorrenza, una sorta di pellegrinaggio alla memoria e agli insegnamenti di uno dei massimi scrittori del 900 e della letteratura mondiale, scelto […]

Pubblicato 4 anni fa

“Gli amici della Noce”, fino a qualche decennio fa,
era una aurea pubblicazione che raccoglieva gli scritti di amici e letterati
dello scrittore racalmutese.
 

Oggi, anzi, da ieri sera,  può diventare benissimo una ricorrenza, una sorta di pellegrinaggio alla memoria e agli insegnamenti di uno dei massimi scrittori del 900 e della letteratura mondiale, scelto da circa 4 miliardi di lettori – ha ricordato l’assessore comunale alla cultura di Racalmuto Enzo Sardo. Con lui il sindaco Vincenzo Maniglia e Lillo Bongiorno che hanno dato il via alla manifestazione dinanzi la casa di campagna di Sciascia, in contrada “Noce”,  forse più conosciuta della casa natale di Racalmuto per le visite che i più noti letterati e politici di quegli anni solevano fare a Leonardo Sciascia.

Amatissima dallo
scrittore che soleva trascorrervi lunghi periodi, oggi  il Fai potrebbe inserirla fra “i luoghi del
cuore” così come ha fatto per la casa natale di Racalmuto, anche per
l’interessamento dell’associazione di Pippo Di Falco che l’ha recuperata con un
bel gesto di mecenatismo d’altri tempi.

Ma il sigillo alla serata probabilmente l’ha impresso lo scrittore agrigentino Matteo Collura, il massimo biografo di Sciascia con “Il maestro di Regalpetra” e suo grande  amico che nel corso della manifestazione si è detto entusiasta di questa “serata memorabile in un luogo che viene utilizzato come teatro per parlare di Sciascia, delle cose che ha scritto e della sua vita. Ed è la prima volta che la casa più importante di Sciascia, qui alla “Noce” viene aperta al pubblico per ospitare una manifestazione che riguarda lo scrittore. Mi auguro che sia la prima di una serie di iniziative che serviranno a puntellare la memoria di questo straordinario nostro personaggio”.

Gli ha fatto eco
il sindaco Vincenzo Maniglia che con l’assessore Sardo,  Lillo Bongiorno e il nipote dello scrittore
Vito Catalano hanno proposto ai presenti una serie di brani tratti da “Occhio di capra”,Il giorno della civetta” insieme alla testimonianza del fotografo
Ferdinando Scianna, letti da Alfonso Collura, Maria Tirone, Maria Di Sano e
Adele Troisi. 

Ma c’è anche un
altro aspetto poco conosciuto di Sciascia che è venuto fuori nel corso delle
discussioni e della testimonianza che ha portato il nipote Vito Catalano. Non
uno scrittore taciturno e imbronciato ma un “Leonardo” vivace che amava farsi
grandi risate con i suoi amici come testimonia una foto di Giuseppe Leone e
soprattutto uno scrittore che “amava la cucina”,  ricorda il compianto Aldo Scimè per anni
presidente della Fondazione racalmutese.

E anche in ricordo di questo amore per la cucina, gli organizzatori hanno chiamato due illustri chef Pino Graziano e Enrico Restivo che svolgono servizio di ristorazione  presso il “Feudo san Martino” che hanno rivisitato uno dei piatti preferiti  da Leonardo Sciascia,  La pasta con le sarde salate.

I due chef sono molto fieri della loro ricetta e sono stati prodighi nel rivelarla per i nostri lettori: Ingredienti per 4 persone: 400 grammi di spaghettoni di grano duro, trafilato in bronzo, 3 sarde salate, 2 spicchi d’aglio, un ciuffo di prezzemolo tritato, 1 peperoncino tritato, sale e pepe quanto basta per condire la pasta, un pizzico di buccia di limone giallo grattugiata, 4 cucchiai di pane raffermo, 3 cucchiaini di zucchero. (Mettere la mollica in padella antiaderente a fuoco lento con lo zucchero ed un filo d’olio fino ad ottenerne la doratura desiderata. Procedimento:  Mettere sul fuoco una pentola con abbondante acqua poco salata portare a ebollizione e fatevi cuocere al dente gli spaghettoni frattanto in un tegame versare l’olio Evo aggiungere le sarde salate precedentemente pulite lavate e tagliate a pezzettini, nello stesso tegame aggiungere l’aglio è il peperoncino tritatofacendo scaldare a fuoco basso, con un cucchiaio di legno stemperare le sarde fino ad ottenere una saletta. L’olio non deve friggerepertanto continuate a mantenere il fuoco basso, aggiungere prezzemolo e stemperare con un cucchiaio di acqua di cottura, quando gli spaghettoni saranno cotti versateli in una zuppiera e conditeli con la salsa. Aggiungete a crudo la scorza di limone precedentemente grattugiata.Servite subito in piatti ben caldi polverizzando il tutto con la mollica caramellata”.

Testo e foto di Diego Romeo

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