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“Reddito di cittadinanza ma il marito lavorava in un’azienda”, assolti due coniugi

Seppur in ritardo avevano comunque comunicato all’Inps la variazione del reddito: assolti perché il fatto non costituisce reato

Pubblicato 2 settimane fa

Il giudice monocratico del tribunale di Agrigento, Fulvia Veneziano, ha assolto – perché il fatto non costituisce reato – una coppia di coniugi agrigentini finita a processo con l’accusa di aver percepito indebitamente il reddito di cittadinanza. La vicenda risale al 2019. La donna aveva chiesto e ottenuto il beneficio del sussidio per il proprio nucleo familiare. Da una successiva ispezione, avvenuta poco dopo, il marito era stato sorpreso a lavorare come fabbro in un’azienda.

Per questo motivo i coniugi venivano denunciati con l’accusa di aver omesso all’Inps la nuova situazione patrimoniale continuando dunque a beneficiare del reddito di cittadinanza. La difesa dei due imputati, rappresentata dagli avvocati Samantha Borsellino e Anna Salvago, è riuscita a dimostrare che marito e moglie – seppur tardivamente – avevano inoltrato una comunicazione all’Inps. Il giudice, accogliendo la tesi difensiva, ha così assolto i coniugi perché il fatto non costituisce reato. 

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