Campobello di Licata

A Campobello di Licata la commedia musicale “My Fair Eliza”

Lo spettacolo rientra nella X Edizione di “Fratelli di Scena”, l’annuale rassegna teatrale con la Direzione Artistica di Lillo Ciotta

Pubblicato 2 anni fa

Il 26 Novembre 2022 alle ore 20.30, la Compagnia del Nove di Agrigento torna alla ribalta
con una nuova e divertentissima Commedia Musicale dal titolo “My Fair Eliza”, tratta dal
romanzo “Pygmalion” di George Bernard-Shaw, adattata, tradotta e diretta da Emmanuele
D’Urso.
Lo farà nell’elegante e confortevole Auditorium “Prof. C. Graci” di Campobello di Licata, in
occasione della “Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle Donne”,
organizzata dall’Associazione “Il Covo degli Artisti A.P.S.” di Campobello di Licata; la compagnia poi giungerà ad Agrigento il 3 e 4 Dicembre 2022 al “Teatro Posta Vecchia”.

Lo spettacolo è incluso, come spettacolo fuori abbonamento, nel programma della X Edizione di
“Fratelli di Scena”, l’annuale rassegna teatrale con la Direzione Artistica di Lillo Ciotta.
“My Fair Eliza è tratta da un’opera senza tempo – Pygmalion n.d.r. – che, come tutte le grandi
Opere, resiste ai grandi cambiamenti che la storia porta con sé”, dice un emozionato Emmanuele D’Urso, attore e regista della messinscena. “È una commedia briosa, che sprizza
gioia da tutte le parti. Un’opera frizzante e brillante, divertente e a tratti emozionante”.
Il cast è di tutto rispetto ed è composto da gente di esperienza, con un percorso di studi
notevole alle spalle e con il giusto physique du rôle. My Fair Eliza vede sul palcoscenico
Martina Consiglio, nel ruolo di Eliza Doolittle; Emmanuele D’Urso, nel ruolo di Henry
Higgins; Francesco Spicola, nel ruolo di Hugh Pickering; Valerio Vella, nel ruolo di Alfred
Doolittle.

“My Fair Eliza è una favola possibile, per questo ci attira già naturalmente”, continua
Emmanuele D’Urso. “Mai come oggi il linguaggio e gli atteggiamenti sono stati fattori
determinanti nella nostra società. Mai come oggi si sono trattati i temi della misoginia,
dell’emancipazione femminile, della povertà, dei giganti che si fanno gioco dei piccoli. Mai come
oggi la manipolazione mentale – che è quello che tutti i personaggi si fanno a vicenda – è stata al
centro dell’attenzione.”
Le scenografie, firmate da Valerio Vella, riprendono lo stile architettonico anglosassone con
un taglio minimale e moderno. Con la loro essenzialità ci trasportano in un’atmosfera unica
inducendoci ad un’introspezione, mettono a nudo simbolicamente la natura umana
privandola della bellezza di facciata così da fare emergere la vacuità dell’essere umano.
Completano il quadro giochi di luci e cambi scena che creano un ambiente quasi onirico propri
di quella scatola magica chiamata “Teatro”. I costumi su progetto di Paolo Tuzzè in
contrapposizione alla scenografia, rappresentano le maschere a cui l’essere umano è
attaccato, i costrutti sociali, in un ambiente sociale spoglio e scarno, con la loro eleganza,
completano questo quadro fatto di bellezza, galateo, ricchezza e povertà. Scene e costumi
costituiscono il fiore all’occhiello dello spettacolo che sapranno di certo rapire e conquistare lo
spettatore.

A completare le Maestranze: Michelangelo Buscema, assistente scenografo; Orazio Ciccone,
direttore di produzione; Caterina Montalbano, direttrice di scena; Ekaterina Vasileva,
assistente alla regia; Christian Vassallo, light designer.
Le musiche originali sono di Frederick Loewe. La regia è di Emmanuele D’Urso.

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