Giudiziaria

Agrigento, “mafiosi e parenti col reddito di cittadinanza”: slitta udienza preliminare

A causa del trasferimento in altra sede del giudice

Pubblicato 3 anni fa

Il trasferimento in altra sede del giudice Luisa Turco, originariamente designata a celebrare il procedimento, ha fatto slittare la prima udienza preliminare nell’ambito della richiesta di invio a giudizio avanzata dal sostituto procuratore Gloria Andreoli nei confronti di 19 presunti truffatori del reddito di cittadinanza. Tra loro ci sono il presunto braccio destro del capo provinciale di Cosa nostra, la moglie di un pentito, affiliati mafiosi che hanno finito di scontare la condanna e pregiudicati ai domiciliari condannati con l’accusa di essere trafficanti di droga del clan.

Si tratta di: Ignazio Sicilia, Enzo Quaranta, Luigi Messana, Giovanni Calogero Scozzaro, Carmelina Virone, Paola Quaranta, Calogera Sferlazza, Rosalia Calacione, Lucia Cacciatore, Maria Spoto, Sergio Cusumano, Pasquale Alaimo, Maria Rita Cutaia, Vincenza Genco, Angelo Pirrera, Gesua Presti, Carmelina Signorina Gelo, Rita Spallino, Monia Russello. 

Ad alcuni di loro si contesta di avere ottenuto l’erogazione del beneficio nonostante avessero riportato delle condanne per associazione mafiosa, che sono ostative per legge. Ad altri, coniugi o parenti di mafiosi, si contesta di avere omesso di dichiarare l’esistenza della condanna per incassare un contributo superiore. Pasquale Alaimo ha scontato 13 anni di reclusione per l’accusa di essere stato il braccio destro del capo provinciale di Cosa Nostra, Maurizio Di Gati.

Diverso il caso di un altro indagati che avrebbe dovuto comunicare il suo arresto nell’ambito dell’inchiesta antimafia “Kerkent” nel quale, nei mesi scorsi, e’ stato condannato a 12 anni e 8 mesi per traffico di droga. Gli altri sono coniugi o familiari di mafiosi o persone finite in carcere. Fra loro la moglie del pentito Giuseppe Quaranta che avrebbe dovuto comunicare la circostanza che il marito si trovava in carcere.

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