Cattolica Eraclea

Senzatetto morto carbonizzato a Cattolica Eraclea: “Tutti sapevano che stava in quel capannone”

“Tutti sapevano che il signor Campione abitasse in quel capannone di proprietà del comune. E’ ovvio che l’amministrazione comunale ne fosse a conoscenza”. E’ ripreso  questa mattina, con la testimonianza di un Vigile Urbano, il processo a carico dell’ex sindaco di Cattolica Eraclea Nicolò Termine, finito sul banco degli imputati con le accuse di omicidio […]

Pubblicato 4 anni fa

“Tutti sapevano che il signor Campione abitasse in quel capannone di proprietà del comune. E’ ovvio che l’amministrazione comunale ne fosse a conoscenza”. E’ ripreso  questa mattina, con la testimonianza di un Vigile Urbano, il processo a carico dell’ex sindaco di Cattolica Eraclea Nicolò Termine, finito sul banco degli imputati con le accuse di omicidio colposo e omissioni in atti d’ufficio in seguito alla morte del senzatetto Liborio Campione, 50enne morto all’interno di un deposito comunale dove risiedeva. La sera del 9 dicembre 2016 divampò un grosso incendio all’interno dello stabile e per Campione non ci fu via di scampo. 

In aula la testimonianza di un vigile urbano che aveva effettuato degli accertamenti sulla effettiva residenza di Liborio Campione: “Prima viveva in auto, aveva difficoltà anche economiche. Poi si è stabilito negli spogliatoi di una vecchia autorimessa di proprietà del comune. Ho fatto un sopralluogo con una relazione anche sullo stato della struttura: le condizioni igienico-sanitarie erano precarie ma nello stabile vi erano i bagni, mobili e un cucinino che aveva portato Campione.”

Accertamento effettuato su disposizione dell’ufficio anagrafe del comune che, già nel 2011 (Termine è stato eletto nel 2012 ed era in carica quando Campione morì), aveva avviato verifiche sulla reale residenza del 50enne. Sul banco dei testimoni anche una ex dipendente dell’ufficio che ha spiegato l’iter del fascicolo: “Il proprietario della vecchia casa in cui risiedeva Campione ci aveva segnalato il cambio di residenza. Da lì l’accertamento per verificare dove realmente abitasse.”

Il processo si celebra davanti i giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Agrigento, presieduta da Wilma Angela Mazzara con a latere Manfredi Coffari e Fulvia Veneziano. L’accusa è sostenuta in aula dal sostituto procuratore Cecilia Baravelli. La difesa è rappresentata dagli avvocati Rosa Salvago e Giuseppe Piro. La parte civile dall’avvocato Diego Giarratana. Si torna in aula il prossimo 1 dicembre. 

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