Stato-Mafia, chiesta conferma condanne di tutti gli imputati
Tra le richieste anche 12 anni nei confronti di Dell'Utri
“Le stesse menti raffinatissime che avevano sostenuto la coabitazione tra il potere criminale e le istituzioni, avviando la trattativa, consentono a Riina di dire che lo Stato si e’ fatto sotto. Ma questo induce ulteriore violenza. Poi una volta arrestati Riina e i fratelli Graviano (le stesse menti raffinatissime, ndr ) garantiscono una latitanza protetta per lo ‘zio’, Bernardo Provenzano. Nel frattempo nasce Forza Italia. Ma i fatti rimasti accertati non possono essere nascosti e taciuti: le verita’, anche scomode, devono essere raccontate”. Lo ha detto il sostituto procuratore generale Giuseppe Fici, in conclusione della requisitoria al processo di appello Stato-mafia. L’accusa ha chiesto il rigetto degli appelli e la conferma delle condanne formulate dalla Corte d’assise in primo grado che ha condannato a 28 anni di carcere il boss Leoluca Bagarella; a 12 anni l’ex senatore Marcello Dell’Utri, gli ex carabinieri del Ros Mario Mori e Antonio Subranni e l’ex medico fedelissimo di Toto’ Riina, Antonino Cina’; a 8 anni l’ex capitano dei carabinieri Giuseppe De Donno.
Anche Massimo Ciancimino era stato condannato a 8 anni per calunnia e concorso esterno ma poi, nel secondo grado, la sua posizione e’ stata stralciata perche’ il reato e’ andato prescritto. “Un ruolo decisivo in questa situazione di convivenza gattopardesca – ha ancora affermato oggi l’accusa davanti alla Corte di assise di appello di Palermo – lo ha avuto anche Marcello Dell’Utri che ha curato la tessitura dei rapporti tra cosa nostra e ndrangheta con il potere politico. E lo stesso Berlusconi, chiamato a testimoniare sull’argomento quando era premier, si e’ avvalso della facolta’ di non rispondere. Un suo diritto certo ma di certo ci si aspettava un contributo diverso su questo argomento”. La Corte – in primo grado – aveva inoltre dichiarato il “non doversi procedere” nei confronti del collaboratore di giustizia Giovanni Brusca (anche lui imputato per l’art.338) per intervenuta prescrizione visto il riconoscimento delle attenuanti previste per i collaboratori di giustizia.
Con la richiesta della conferma delle condanne in primo grado, l’accusa ha concluso la requisitoria al processo di appello sulla trattativa tra Stato e mafia. Definito anche il calendario per il proseguio del processo che volge al termine.Nella prossima udienza, in programma il 14 giugno sempre nell’aula bunker del carcere di Pagliarelli, parleranno le parti civili e l’avvocato Luca Cianferoni che difende l’imputato Leoluca Bagarella.(br)Il 21 giugno tocchera’ agli avvocati Di Benedetto e Folli, difensori dell’imputato Antonino Cina’.Francesco Romito e Basilio Milio, difensori degli imputati Giuseppe De Donno e Mario Mori, parleranno il 28 giugno e il 5 luglio mentre il 12 luglio tocchera’ alla difesa del generale Antonio Subranni.(br)Infine – il 14 e il 20 luglio – e’ in programma l’arringa del collegio difensivo di Marcello Dell’Utri. (AGI)