Mafia, al via in Cassazione il processo “Borsellino quater”
In primo e secondo grado i boss Madonia e Tutino sono stati condannati all'ergastolo
Ha preso il via questa mattina il terzo grado di giudizio per il processo Borsellino quater: l’udienza si e’ aperta nell’Aula magna del ‘Palazzaccio’, con il collegio della quinta sezione penale della Cassazione chiamato a decidere se confermare o meno la sentenza emessa nel novembre 2019 dalla Corte d’assise d’appello di Caltanissetta, con la quale sono stati condannati – convalidando il verdetto di primo grado dell’aprile 2017 – i boss palermitani Salvatore Madonia e Vittorio Tutino all’ergastolo e a 10 anni ciascuno i falsi collaboratori di giustizia Calogero Pulci e Francesco Andriotta, mentre venne dichiarata la prescrizione del reato di calunnia per Vincenzo Scarantino.
La sentenza dei giudici nisseni oggi al vaglio della Suprema Corte confermo’ dunque la tesi del depistaggio sulle indagini relative alla strage di via D’Amelio, nella quale, il 19 luglio 1992, il giudice Paolo Borsellino mori’ con gli agenti della sua scorta: “Uno dei piu’ gravi depistaggi della storia giudiziaria italiana”, lo defini’ la Corte d’assise di Caltanissetta, nelle motivazioni della sentenza, lunga quasi 2mila pagine e depositata nell’estate del 2018, del processo di primo grado.
L’udienza in Cassazione si e’ aperta stamane con il giudice relatore che, nel suo intervento, sta ripercorrendo tutte le tappe processuali, poi a prendere la parola sara’ la procura generale della Corte, rappresentata in Aula dall’avvocato generale Pietro Gaeta, per la requisitoria.
Il processo dovrebbe svolgersi in piu’ giorni e la sentenza potrebbe arrivare entro la fine della settimana. Al vaglio dei giudici di piazza Cavour, in particolare, i ricorsi presentati dagli imputati Madonia, Tutino, Pulci e Andriotta: tra le parti civili non ricorrenti ci sono la presidenza del Consiglio dei ministri, i ministeri di Interno e Giustizia, la Regione Siciliana e il Comune di Palermo e i familiari di Paolo Borsellino.