Mafia

Mafia nell’agrigentino, altri 2 rinvii a giudizio nell’inchiesta “Condor”: prosciolto Alaimo 

Due imputati finiscono a processo col rito ordinario, altri due sono stati prosciolti mentre un quinto va all’abbreviato

Pubblicato 1 anno fa

Il gup del tribunale di Palermo Ivana Vassallo ha disposto il rinvio a giudizio nei confronti di altri due imputati coinvolti nell’inchiesta Condor, l’operazione dei carabinieri che lo scorso anno fece luce sulla riorganizzazione di Cosa nostra e Stidda nel versante orientale della provincia di Agrigento. A processo finiscono Salvatore Curto, 39 anni, di Canicattì; Salvatore Galvano, 52 anni, di Agrigento. I due compariranno il prossimo 11 marzo davanti i giudici della prima sezione penale del tribunale di Agrigento, presieduta da Alfonso Malato, per la prima udienza del processo. Prosciolti, invece, Francesco Genova, 43 anni, di Palermo, e Pasquale Alaimo, 54 anni, di Favara. Quest’ultimo, condannato in passato a 13 anni di reclusione nell’operazione “Camaleonte”, era accusato di aver violato in più di venti occasioni tra il 2019 ed il 2020 la misura di prevenzione della sorveglianza speciale incontrando diversi pregiudicati. Incontri che, come sostenuto dall’avvocato Giuseppe Barba, sarebbero stati sporadici e mai organizzati preventivamente. Lo stesso Alaimo, inoltre, nel 2020 aveva ottenuto la revoca anticipata della libertà vigilata. 

Sono undici, invece, gli imputati coinvolti che hanno scelto la via del rito abbreviato. Per tutti il pm della Dda Claudio Camilleri ha chiesto condanne pari a quasi un secolo di carcere. In particolare: Giuseppe Chiazza (20 anni); Nicola Ribisi (20 anni); Domenico Lombardo (12 anni); Luigi Montana (4 anni); Giuseppe Sicilia (10 anni); Luigi Pitruzzella (8 anni); Baldo Carapezza (8 anni); Rosario Patti (6 anni e 1 mese); Francesco Centineo (6 anni); Ignazio Sicilia (4 anni). A loro si aggiunge anche Giovanni Cibaldi, 35 anni, di Licata. Questa mattina sono iniziate le arringhe difensive – tra gli altri gli avvocati Salvatore Cusumano, Salvatore Manganello, Salvatore Di Caro, Diego Giarratana, Daniela Posante e Antonella Arcieri – che proseguiranno il prossimo 10 gennaio fino ad arrivare al 17 gennaio, giorno in cui è prevista la sentenza. 

L’operazione – coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo ed eseguita dai carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Agrigento – è scattata nel gennaio scorso quando furono arrestate 9 persone. L’indagine ha puntato i riflettori sul riassetto delle famiglie mafiose di Cosa nostra e della Stidda nella parte orientale della provincia di Agrigento e, in particolare, tra Favara, Palma di Montechiaro, Licata e Canicattì. I militari dell’Arma, durante le indagini, hanno raccolto importanti indizi sul controllo delle attività economiche nel territorio di Palma di Montechiaro, con riferimento al settore degli apparecchi da gioco e delle mediazioni per la vendita dell’uva (le cosiddette sensalie), e delle  “messe a posto” a Favara con danneggiamenti a seguito di incendio. 

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