Giudiziaria

Raffadali, omicidio Mangione: al via accertamenti balistici e biologici, 5 indagati

Sono cominciati questa mattina, presso il laboratorio di indagini chimiche e merceologiche del Gabinetto regionale di polizia scientifica, gli accertamenti irripetibili nell’ambito dell’omicidio del pensionato Pasquale Mangione, 69 anni trovato morto in contrada Modaccamo, nelle campagne di Raffadali, il 2 dicembre del 2011. Gli esami riguardano l’aspetto balistico ma non è escluso anche un accertamento […]

Pubblicato 5 anni fa

Sono cominciati questa mattina, presso il laboratorio di indagini chimiche e merceologiche del Gabinetto regionale di polizia scientifica, gli accertamenti irripetibili nell’ambito dell’omicidio del pensionato Pasquale Mangione, 69 anni trovato morto in contrada Modaccamo, nelle campagne di Raffadali, il 2 dicembre del 2011. Gli esami riguardano l’aspetto balistico ma non è escluso anche un accertamento di tipo biologico. Verranno analizzati i reperti rinvenuti nella scena del delitto di otto anni addietro e confrontati. 

Come raccontato da Grandangolo sono cinque le persone che sono state iscritte nel registro degli indagati dal sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo Claudio Camilleri: si tratta di Francesco Fragapane, ritenuto il boss di Santa Elisabetta, attualmente detenuto perché catturato nell’ambito dei blitz Montagna e Proelio; Antonino Mangione e Roberto Lampasona, altre due vecchie conoscenze della giustizia e ritenute vicine a Fragapane ed entrambi coinvolti nelle operazioni Montagna e Proelio; Angelo D’Antona, anche lui coinvolto nell’inchiesta dell’operazione Montagna e Francesco Mangione, figlio della vittima e gestore del locale pubblico ex birrificio “Il mangione”.

Pasquale Mangione venne rinvenuto sfigurato nella tarda serata del due dicembre 2011 in una masseria di contrada Modaccamo, tra la frazione agrigentina di Montaperto e il paese di Raffadali. A pochi metri dal corpo senza vita dell’uomo, gli investigatori hanno rinvenuto in mezzo al fango, quattro cartucce calibro 7,65 di pistola inesplose. Sulla testa e in una spalla dell’uomo alcuni microforellini, che potrebbero anche essere riconducibili a colpi di arma da fuoco: una fucilata caricata a pallini. Nulla si sa del movente almeno per adesso ma tutti gli odierni indagati ad eccezione di Francesco Mangione, seppur con ruoli diversi, sono stati coinvolti in indagini per mafia, droga, truffe e abigeati. Pasquale Mangione aveva sempre lavorato i campi ma da adulto era riuscito a trovare un lavoro come operaio al Comune di Agrigento.

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