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Referendum, quorum non raggiunto: in Sicilia affluenza al 23,11%, ad Agrigento 19,84%

La percentuale più bassa si è registrata ad Agrigento con il 19,84%

Pubblicato 5 ore fa

Alle 15 si sono chiuse le urne per i cinque referendum su lavoro e cittadinanza. Il dato sull’affluenza si stabilizza attorno il 30 per cento. Il quorum non è stato raggiunto. La Sicilia si conferma tra le ultime regioni d’Italia per partecipazione al voto, con un’affluenza che la colloca al terzultimo posto a livello nazionale. Secondo i primi scrutini sui quattro quesiti relativi al lavoro i sì sono in prevalenza: si sono espressi in favore tra l’86 e l’88% dei votanti. La differenza maggiore invece si riscontra con l’ultimo quesito sulla cittadinanza, dove i favorevoli si attestano intorno al 64,5% e i contrari al 35,4%.

Nell’isola hanno votato il 23,11%. La percentuale più alta si è registrata in provincia di Enna, la più bassa in quella di Agrigento con il 19,6%, Caltanissetta 19,84%, Catania 24,02%, Enna 25,48%, Messina 23,26% Palermo 24,91%, Ragusa 23,16%, Siracusa 22,53%, Trapani 20,29%.

Nel dettaglio, ecco l’affluenza anche negli altri Comuni della provincia: Alessandria della Rocca 16,76%; Aragona 29,34%, Bivona 30,51%, Burgio 18,75%; Calamonaci 24,87%; Caltabellotta 21,95%; Camastra 17,85%; Cammarata 22,29%; Campobello di Licata 20,22%; Canicattì 17,5%; Casteltermini 27,85%; Castrofilippo 18,96%; Cattolica Eraclea 21,92%; Cianciana 25%; Comitini 27%; Favara 18,24%; Grotte 24,19%; Lampedusa e Linosa 7,6%, Licata 12% Lucca Sicula 21,24%; Menfi 21,8%; Montallegro 16% Montevago 22,78%; Naro 18,11%;Palma di Montechiaro 10, 53%, Porto Empedocle 21,09%; Racalmuto 23,99%; Raffadali 17,96%. E ancora Ravanusa: 16,24%; Realmonte: 25,66%; Ribera: 17,12%; San Biagio Platani: 21,99%; San Giovanni Gemini: 22,72%; Santa Elisabetta: 22,44%; Sant’Angelo Muxaro: 21,44%; Santo Stefano Quisquina: 23,06%; Sambuca 31,62%, Sciacca: 23,06%; Siculiana: 19,86 % e Villafranca Sicula: 20,44%.

LE REAZIONI DELLA POLITICA REGIONALE

“Un dato allarmante che racconta la preoccupante distanza tra cittadini e istituzioni, soprattutto in considerazione del fatto che Schifani risulta essere l’ultimo in termini di gradimento tra i governatori d’Italia. Un ulteriore aspetto che incide certamente sulla mancata partecipazione alle urne da parte dei siciliani”. Lo dice Mario Giambona, vicecapogruppo del Pd all’Ars, sul voto per i referendum.

Altro che rivolta sociale di Landini. Il bilancio dei referendum, con quorum sotto il 24% in Sicilia, mette in imbarazzo il segretario della Cgil e la tutta la sinistra. È chiara la posizione dei siciliani su temi legati al lavoro, che ribadiscono anche il ‘no’ alla cittadinanza facile. Nel rispetto di chi è andato a votare, se la maggioranza dei cittadini ha fatto scelte differenti, i sindacati impegnati più in politica che nell’ascolto della gente dovrebbero fare i conti con la realtà”. Così Nino Germanà, vicepresidente dei senatori della Lega e commissario in Sicilia.

 “Sapevamo che raggiungere il quorum sarebbe stata un’operazione difficile specie se si considera l’appello al non voto partito dalle istituzioni, Meloni e La Russa su tutti. I numeri siciliani ancorché bassi, circa novecento mila elettori che si sono recati ieri e oggi alle urne, ci dicono però che se si lavora per compattare questo elettorato, evitando inutili frammentazioni che finirebbero solo per fare un regalo alla destra, ci sono tutte le premesse per mandare a casa Schifani che fu eletto con meno di 900 mila voti. Tra l’altro il consenso di Schifani è pure in picchiata, se è vero come è vero, che risulta essere ultimo e con distacco nella classifica di gradimento dei presidenti di regione. Se continua a fare, o meglio a non fare, come finora sarà sarà ancora più facile dargli il benservito”. Lo afferma il coordinatore siciliano del M5S Nuccio Di Paola,L’elettorato che è andato alle urne conclude Di Paola – è un elettorato che tiene alla difesa dei propri diritti, cosa sulla quale il M5S non farà mai sconti a nessuno. Non per nulla domenica prossima scenderemo in piazza per difendere il diritto alla salute, costituzionalmente garantito, ma di fatto messo sempre più in pericolo dalle disastrose politiche di chi ci governa”.

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