Racalmuto

Cento anni fa nasceva Leonardo Sciascia: la Sicilia come metafora del mondo

Un intellettuale che credeva nella forza della ragione contro le trame occulte del potere

Pubblicato 3 anni fa

Continuo ad essere convinto che la Sicilia offre la rappresentazione di tanti problemi, di tante contraddizioni, non solo italiani ma anche europei, al punto da poter costituire la metafora del mondo odierno“. Così parlava Leonardo Sciascia, di cui oggi ricorre il centenario della nascita, a proposito della sua isola: terra e patria amatissima, ma contemporaneamente messa a nudo, per svelarne senza pietà e ambiguità le miserie, gli inganni e il clima irrespirabile della connivenza con il potere mafioso.

La Sicilia è quasi sempre al centro delle opere di Sciascia, a volte occulta, altre invece rivelata. Un’isola che agli occhi dello scrittore appare un crogiuolo di contraddizioni e al tempo stesso il nascondiglio per eccellenza di trame oscure e sopraffazioni che il potere ordisce per annichilire il pensiero e la ragione. E proprio la ‘ragione’ è uno degli elementi chiavi per l’illuminista Sciascia per ‘leggere’ la realtà: nei suoi romanzi emerge la forza della ragione contro le trame occulte del potere.

Sciascia nacque nel 1921 a Racalmuto, in provincia di Agrigento, negli stessi luoghi di Luigi Pirandello che fu per lui, come scrive la Treccani, “sin dagli inizi una fonte d’ispirazione e un nume tutelare a cui guardare per poter raccontare la mente e il cuore degli uomini e quel che di più profondo vi si nasconde dentro“. Oltre all’autore di “Il fu Mattia Pascal” e “Uno nessuno e centomila”, fondamentale fu anche Voltaire, che Sciascia amò moltissimo e a cui riconosceva il merito supremo di essere riuscito a indagare la realtà con il sorriso della ragione. “Candido ovvero un sogno fatto in Sicilia” (1977) è un omaggio amorevole al grande illuminista francese e al suo pensiero.

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