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Migranti, tavola rotonda a Bruxelles: presente sindaco Lampedusa

Per pomeriggio il Comitato 3 ottobre ha organizzato un flashmob davanti al Parlamento europeo.

Pubblicato 3 anni fa

“L’Europa dei diritti sospesi”. E’ questo il tema del dibattito che si terrà, a partire dalle ore 17, nella sala József Antall del Parlamento Europeo di Bruxelles, a cui prenderanno parte, fra gli altri, il sindaco di Lampedusa Filippo Mannino e Tareke Brhane, presidente del Comitato 3 ottobre (nato dopo il naufragio con 368 vittime del 2013). Saranno presenti anche Hans Schoemaker, deputato Division European External Action Service, Ivanova Desislava dell’Unhcr, Youseef Wahid, medico siriano sopravvissuto al naufragio dell’11 ottobre 2013 a Lampedusa e Neguse Adal, fratello di una delle 368 vittime della tragedia del 3 ottobre. E’ prevista anche una tavola rotonda dal titolo “Le missioni navali europee. Luci ed ombre delle operazioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo interamente gestita da studentesse e studenti italiani (due dei quali di Lampedusa) ed europei.

“Sarà emozionante vedere gli stessi studenti che lo scorso ottobre erano a Lampedusa nuovamente insieme a Bruxelles, al Parlamento europeo. Come ‘Comitato 3 ottobre’ ci impegniamo a creare momenti di studio per gli studenti europei. Il nostro obiettivo è di ampliare il loro sguardo sui temi dell’immigrazione e dell’integrazione, della memoria e dell’accoglienza. Crediamo in un’educazione interculturale e inclusiva in un’ottica europea”. L’ha detto Tareke Brhane, presidente del Comitato 3 ottobre, in merito al flashmob organizzato questo pomeriggio davanti al Parlameno europeo. “In questa occasione, a poco più di dieci giorni dal tragico naufragio di Steccato di Cutro, porteremo dinanzi al Parlamento europeo la nostra battaglia per l’identificazione delle vittime dei naufragi. A oggi, infatti, non c’è un sistema integrato per il conteggio delle morti e molti di coloro che hanno perso la vita in mare non verranno mai portati a riva o se ci arriveranno probabilmente saranno depositati senza nome e senza funerale in un cimitero in Italia o in Grecia – ha aggiunto Brhane -. E’ urgente creare una banca dati europea del Dna e avviare un progetto di collaborazione affinché venga riconosciuto il diritto all’Identificazione delle migliaia di cadaveri tumulati senza nome nei cimiteri. L’Italia ha un modello che può essere esteso a tutti i ventisette stati membri. Serve identificare i cadaveri in ossequio alla dignità dei defunti e delle loro famiglie. In assenza di identificazione certa non può essere prodotto il certificato di morte, un documento fondamentale per aspetti civilistici ed amministrativi. Tra questi, l’impossibilità per un orfano di fruire della possibilità di essere ricongiunto con i familiari ancora in vita. Il terzo aspetto riguarda il diritto alla salute, e in particolare la salute mentale dei familiari in vita”.

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