Operai morti alla diga Furore, la vedova in aula: “Montacarichi come ascensore”
Il processo scaturito dall'incidente mortale sul lavoro alla diga Furore di Naro
E’ ripreso ieri mattina, davanti il giudice Manfredi Coffari, il processo scaturito dall’incidente sul lavoro che costò la vita a due operai – Gaetano Camilleri, 56 anni, e Francesco Gallo, 61 anni, dipendenti del dipartimento regionale Acque e rifiuti – precipitati a 32 metri di profondità mentre stavano effettuando dei lavori alla diga Furore di Naro avvenuto alla diga Furore.
In aula è comparsa la vedova di Francesco Gallo che, rispondendo alle domande delle parti, ha raccontato alcuni particolari: “Quel giorno mio marito si trovava sul montacarichi che veniva usato come un ascensore”.
Sei gli imputati finiti a processo: Si tratta di Francesco Mangione, 55 anni, di Naro, operaio istruttore che avrebbe azionato con una pulsantiera il cestello che, anziche’ calare i due operai gradualmente fino ai locali dove avrebbero dovuto lavorare, precipito’ per la rottura di un anello ossidato; Giuseppe Cacciatore, 63 anni, di Agrigento, ingegnere responsabile per la sicurezza sul lavoro nella diga; Pietro Francesco Antonio Di Benedetto, 68 anni, di Palermo, responsabile del servizio di prevenzione; Francesco Greco, 61 anni, di Santa Flavia (Palermo), delegato alla sicurezza sul lavoro; Luigi Plano, 53 anni, di Raffadali, preposto alla Diga Furone, e Biagio Sgro’, 63 anni, di Enna, responsabile del servizio di gestione infrastrutture del dipartimento regionale dell’Acqua e dei rifiuti.