Canicattì

“Uccide consuocero e tenta di investire futura nuora”: al via processo

Sul banco degli imputati un pensionato di Canicattì accusato di omicidio e tentato omicidio

Pubblicato 2 anni fa

Si è aperto questa mattina, davanti i giudici della Corte di Assise di Agrigento presieduta da Alfonso Malato, il processo a carico di Luigi La Lomia, 75enne pensionato di Canicattì, accusato dell’omicidio del consuocero – Mario Vincenzo Lauricella, 60enne meccanico – e del tentato omicidio della futura nuora, Clara Lauricella. 

L’imputato, difeso dall’avvocato Calogero Meli, è accusato di omicidio aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi, tentato omicidio e minacce. Il rinvio a giudizio era stato disposto lo scorso maggio dal gup Giuseppe Miceli. La Corte di Assise ha aperto formalmente il dibattimento e le parti hanno chiesto e ottenuto i mezzi di prova. Il sostituto procuratore Paola Vetro, che rappresenta in aula l’accusa, comincerà il prossimo 1 luglio con l’escussione dei primi tre testimoni. 

Alla base della drammatica vicenda, secondo quanto ipotizzato adesso dall’accusa, un matrimonio programmato e mai digerito tra il figlio di La Lomia e la figlia della vittima. Il 30 maggio 2021, a margine dell’ennesima violenta discussione, la situazione degenerò: La Lomia prima prese a bastonate il consuocero e, dopo essere salito a bordo del suo Fiat Doblò, lo investì schiacciandolo contro il muro del magazzino. Mario Vincenzo Lauricella in quell’occasione, prima di essere travolto dal mezzo pesante, riuscì a salvare la figlia spingendola fuori dalla traiettoria del veicolo. Il meccanico morì all’ospedale di Messina dopo un mese di agonia. 

La vicenda, come ricostruito nel provvedimento, parte da lontano e precisamente dal giorno in cui si è programmato il matrimonio tra il figlio dell’indagato e la figlia della vittima. Da quel momento è cominciato un vero incubo per la famiglia con minacce e insulti sempre più frequenti e che hanno trovato l’incredibile epilogo lo scorso 30 maggio. La Lomia fu arrestato qualche giorno più tardi dai poliziotti del commissariato di Canicattì agli ordini del dirigente Francesco Sammarino.

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