Mafia

Appello “Vultur”, un’intercettazione non trascritta al centro dell’udienza

Nuova udienza del processo d’Appello scaturito dall’inchiesta antimafia “Vultur”, condotta dalla Squadra Mobile di Agrigento, che avrebbe fatto luce sulla famiglia mafiosa di Camastra e su un giro di estorsioni legate al settore delle onoranze funebri in paese. Questa mattina al centro dell’udienza un’intercettazione – riportata nella sentenza di condanna di primo grado ma non […]

Pubblicato 4 anni fa

Nuova udienza del processo d’Appello scaturito dall’inchiesta antimafia “Vultur”, condotta dalla Squadra Mobile di Agrigento, che avrebbe fatto luce sulla famiglia mafiosa di Camastra e su un giro di estorsioni legate al settore delle onoranze funebri in paese. Questa mattina al centro dell’udienza un’intercettazione – riportata nella sentenza di condanna di primo grado ma non trascritta dal perito nominato dal Tribunale – che ha per oggetto uno scambio di battute tra Rosario Meli, principale figura dell’inchiesta considerato il capo della famiglia mafiosa di Camastra, e Calogero Piombo, condannato in primo grado per aver ricoperto il ruolo di “cassiere” del clan.

Il presidente Montalbano ha dato incarico al perito Fontana di trascriverla,  depositarla agli atti e riferire in merito all’udienza del 16 giugno. In questa data la Corte scioglierà la riserva sull’ok (o meno) all’audizione di ulteriori testi di cui è stata chiesta l’escussione dalla difesa di Meli. In primo grado il collegio di giudici presieduto da Luisa Turco, oggi Gip presso il Tribunale di Agrigento, condannò alla pena di 17 anni e 6 mesi Rosario Meli, alias “U puparu”, considerato il capo della famiglia mafiosa di Camastra; 14 anni e 6 mesiper il figlio Vincenzo mentre 13 anni e 6 mesi sono stati inflitti al tabaccaio del paese Calogero Piomboritenuto il cassiere della famiglia mafiosa di Camastra. Condanna anche per Lillo Di Caro, esponente di rilievo della mafia di Canicattì, a cui sono stati inflitti 22 anni in continuazione e che assorbe dunque le condanne a 14 anni nel procedimento “Alta Mafia”.

Il collegio delle difese è composto dagli avvocati Angela Porcello, Santo Lucia, Raffaele Bonsignore, Giuseppe Barba, Antonino Reina e Calogero Fiorello.

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